Scritture meridiane di Antonio Lucio Giannone

 di Pietro Sisto

Nella collana Medit Europa diretta da Mario Spedicato  per i tipi dell’editore Grifo di Lecce è  apparso il volume  di Antonio Lucio Giannone, Scritture meridiane. Letteratura in Puglia nel Novecento e oltre, Grifo, Lecce 2021, pp. 234, che  raccoglie una nutrita serie di saggi già pubblicati  su riviste, atti di convegno e volumi miscellanei,  che in realtà appaiono come le tessere di un  ampio mosaico di  riflessioni e contributi critici  legati dal tema dell’identità culturale  e di una stagione intellettuale non certo trascurabile come quella fiorita in Puglia lungo tutto il Novecento fino alle soglie del nuovo millennio.

Aprono la serie dei saggi due interventi sul futurismo  che, afferma l’autore,   non solo giunse in Puglia “tutt’altro che in ritardo, come talora si continua a sostenere erroneamente ancora oggi”, ma che si manifestò attraverso  le opere  di  Luigi Fallacara, Ricciotto Canudo, Franco Casavola, Raffaele Carrieri, Emilio Notte nonché del giovane Vittorio Bodini che nel 1932, studente liceale,   fondò un gruppetto futurista, Il Futurblocco leccese, con il preciso intento di reagire all’ “ambiente arretrato e conformista della provincia” e  di andare ben al di là della “nausea della coniugazione perifrastica o di un Carducci che un professore d’italiano s’ostinava a leggere in costruzione diretta”.

A svecchiare  la cultura letteraria e artistica di Bari e della regione contribuì non poco la rivista “Humanitas”  fondata nel 1911 da Piero Delfino Pesce sull’esempio della “Voce” prezzoliniana e alla quale collaborarono, tra gli altri, il pittore di Ceglie Messapica Emilio Notte  –  che a Firenze ebbe la fortuna di conoscere  i principali esponenti dell’avanguardia, i fondatori di “Lacerba” e poi ancora Boccioni, Carrà e Marinetti – e soprattutto il  poeta barese Luigi Fallacara che da Firenze metteva al corrente i lettori pugliesi delle novità futuriste nell’arte e nella letteratura. Inoltre  –   aggiunge Giannone –   tra il ‘22  e il ‘23  un gruppo di simpatizzanti  organizzò due serate a Bari con la partecipazione di Marinetti, Cangiullo e Casavola e la diffusione di un manifesto rivolto Ai futuristi di Puglia,  mentre  negli anni Trenta  videro la luce  due riviste, “+ – 2000”  a Bari e “Vecchio e Nuovo” a Lecce,  che tuttavia non riuscirono a impedire il definitivo tramonto di questo  effimero ma intenso movimento d’avanguardia.

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