Fu Consigliere e Assessore comunale, Presidente della USL (come allora si chiamava) di Galatina, Sindaco, Consigliere e Assessore regionale. Come Presidente della USL si trovò a gestire un organismo che nasceva allora e con il suo innato pragmatismo riuscì a farlo funzionare tanto che l’Ospedale di Galatina divenne uno dei più efficienti della Provincia. Come Consigliere, Assessore e poi come Sindaco si giovò di una stretta alleanza con il Partito Socialista di Paolo Spoti, dando a Galatina un governo di centro-sinistra che non era nelle tradizioni della città. La politica cittadina, com’è naturale, rispecchiava quella nazionale, ma quella alleanza, e quella politica, portarono alla realizzazione dell’ultimo grande intervento urbanistico che Galatina abbia conosciuto: la ‘zona 167’, nel comparto Sant’Antonio, oggi intitolata a Giovanni Paolo II. La zona, destinata a edilizia convenzionata, ha ampliato considerevolmente i confini della città ed ha consentito a molti cittadini di avere una casa a prezzi non di mercato. Una forma di edilizia pubblica di cui oggi si sente la mancanza. Ma tant’è. La sua realizzazione è testimonianza della intraprendenza, e della lungimiranza, dell’Amministrazione di Galatina, di cui Giovanni Sabato era magna pars. E il fatto che dopo tanti anni nessun intervento urbanistico di pari rilievo sia stato realizzato la dice lunga sulla eccezionalità dell’operazione.
La tempesta scatenata dalle vicende giudiziarie successive a Tangentopoli, dalle quali Giovanni Sabato non è stato minimamente toccato, con l’indistinto e ingiustificato discredito che esse hanno gettato sulla classe politica, hanno interrotto una carriera politica che sarebbe stata utile a Galatina per assicurare quegli agganci a livello regionale (e, si spera, anche nazionale) necessari per realizzare i pur validi progetti che il Comune può mettere in campo. Così Giovanni Sabato rientrò nella sua dimensione privata e professionale, esercitandola con l’impegno di sempre e senza inutili rimostranze o astiose rivendicazioni.
Oggi non possiamo che rimpiangere il valente politico e compiangere l’uomo che negli ultimi tempi ha affrontato una durissima prova di sofferenza con rassegnazione e con l’aiuto della famiglia, che gli è stata sempre accanto.