di Clara Allasia
Era solo questione di tempo che Sigismondo Castromediano ottenesse finalmente l’attenzione che merita fra gli studiosi del Risorgimento, sia dal punto di vista letterario che da quello storico. Il convegno del 2012 – nato sotto l’egida del Centro Studi a lui intitolato e presieduto da Antonio Lucio Giannone – aveva già attestato una situazione di vivace fermento, confermata dalla pubblicazione, due anni dopo, degli atti, preceduti e seguiti da edizioni di importanti testi del duca, fino ad allora sconosciuti.1 Frutto di questo costante impegno scientifico e organizzativo è il volume miscellaneo Tra realtà storica e finzione letteraria. Studi su Sigismondo Castromediano, a cura di A.L. Giannone, Lecce, Pensa Multimedia, 2019, che si collega al convegno del 2012 (non a caso vengono qui riportati due saggi, di Raffaele Giglio e Bruno Pellegrino, che ne presentano gli atti, dal punto di vista letterario e storico) e si propone di proseguire nella non facile restituzione di una personalità complessa come quella di Castromediano.
Giglio, in particolare, riflette sulla «rabbia, docile e gentile, che si evince dallo scritto di Lucio Giannone» (p. 34) ma, direi, anche dalla sua opera di Presidente del Centro studi Sigismondo Castromediano e Gino Rizzo. L’obiettivo di Giannone è non solo quello di ricollocare nella giusta prospettiva l’azione dei patrioti meridionali nella storia dei sofferti anni preunitari ma, anche, di restituire dignità letteraria e documentaria ai loro scritti. Credo tuttavia che sia ingiusto quanto Giglio si chiede, quasi in chiusura del saggio, supponendo che «Castromediano abbia trovato un angoletto fra i memorialisti risorgimentali» solo perché citato in «memorie settentrionali» (p. 41). Penso, anzi, che Castromediano, coerentemente con la sua indole e la sua natura, abbia rifiutato, come alcune lettere attestano, di entrare in un Pantheon che sentiva non appartenergli, con quell’atteggiamento retto e schivo che caratterizzò la sua vita e, come viene dimostrato con efficacia in sinossi da Bruno Pellegrino, la sua opera parlamentare e politica.