di Maurizio Nocera
In Italia da sempre la stampa tipografica ha rappresentato una delle prime straordinarie e importanti forme di arte e lavoro. Qui, nella nostra penisola, si sono avvicendati tipografi leggendari come Aldo Manuzio (Bassiano, tra 1449 e 1452 – Venezia, 1515); Giambattista Bodoni (Saluzzo, 1740 – Parma, 1813); Alberto Tallone (Bergamo, 1898 – Alpignano, 1968) e suo figlio Enrico; Giovanni Mardersteig (Weimar, 1892 – Verona, 1977) e suo figlio Martino; Franco Riva (Verona 1922-1981). A tutti questi, va certamente aggiunto l’Editore Luigi Maestri (1919-ca 2000), considerato una sorta di «aristocratico del torchio».
Di lui il grafico Attilio Rossi (Milano, 1909-1994) scriveva che:
«Se dovessimo tentare un ritratto analogico di Maestri e della sua opera di raffinato tipografo, di sibarita del bianco e nero, prenderemmo, come punto di partenza per meglio definire i tratti essenziali, una lettera del carattere Garamond, anzi una lettera maiuscola dove i canoni costruttivi sono più evidenti. […] Ebbene in questa scelta quasi esclusiva del carattere Garamond, in queste sue proporzioni, in questa sua euritmia ed eleganza l’osservatore attento potrà scoprire e gustare il segreto dei moduli spaziali con cui Maestri costruisce la sua bella e leggibile pagina, e quei suoi armoniosi frontespizi che suggeriscono, a riprova della loro perfezione, i punti essenziali con cui idealmente si costruisce il profilo perfetto di un’anfora. Se poi con modulata pazienza continuerete ad osservare l’ottima stampa, la spaziatura meticolosamente e pazientemente perfezionata e la scelta oculata delle carte, forse riuscirete ad intravvedere quel tratto analogico di Luigi Maestri che promettevamo di tracciare all’inizio di queste righe» (v. Mostra di Luigi Maestri Tipografo. Opere stampate dal 1957 al 1967, Centro di Studi Grafici e Biblioteca Comunale di Milano – Palazzo Sormani, 1967, pp. 5-6). Sempre lo stesso Attilio Rossi, nella sua introduzione Luigi Maestri Tipografo al catalogo della successiva Mostra Mezzo secolo di Arte Tipografica (Biblioteca Trivulziana, Milano 1992):