di Antonio Devicienti
Carla Accardi : coni : non importa se in ceramica o in sicofoil : mi si materializza innanzi il sogno (e il desiderio) di un testo non vergato su di una superficie orizzontale e rettangolare (al limite quadrata) e unidimensionale (tendenzialmente bianca), ma di un testo (asemico, in sovrappiù, liberato dalla tirannia spesso patriarcale e maschilista – fascista, insomma – del significato, ritmato in segni e colori e spazi-tra-i-segni) emancipato anche dal suo stesso apparire, in questo preciso momento, su di uno schermo in scorrimento dall’alto verso il basso : i coni di Carla Accardi : il cono nobilissima figura geometrica, generatrice, per intersezione di piani, dell’ellisse, dell’iperbole e della parabola, memoria della grande geometria ellenistica : testi da leggersi girando intorno al cono, passando tra i coni disposti sul pavimento : leggere? – sì, leggere nel suo senso etimologico di raccogliere con lo sguardo guidato da tutto il corpo in movimento i ritmi dei segni sopra le superfici : spostarsi tra i colori e tra le direzioni indicate dalle curvature dei segni : e quei coni che sembrano posare appena, leggerissimi forse volatili, sul pavimento : richiamano forse i copricapi conici degli aruspici etruschi? : o quelli semiconici dei dervisci roteanti? : forse raccolgono in sé linee di congiunzione e di convergenza da invisibili ipogei verso l’apice che indica il cielo : testi (cioè tessiture di segni) campiti da colori squillanti di vita (di pensiero) : segni a tessersi non arcani, ma gentilmente vivaci e mobilissimi : una mano bambina in un quaderno, folate di vento sulla sabbia, sgorbie maneggiate sull’argilla fresca, pennelli intrisi di vernice o di tempera possono tracciare liberi segni (liberàti segni) su inclinat(issim)e pareti di colore : i coni di Carla Accardi, allusioni al tronco dell’albero, all’orografia collinare e montana, all’assottigliarsi della torre che, librandosi verso l’alto, si riduce fino ad annullarsi nel suo vertice puntuto come uno sguardo che scruti le stelle : sono forse le bottiglie di Morandi ricondotte a una sola forma riassuntiva e segnate dall’alfabeto illeggibile ma perspicuo della mano che traccia segni e della mente che li libera? : sono i coni di sale dello Stagnone di Mazara, delle saline di Trapani? : Carla Accardi : coni : acute ascensioni dalla base circolare all’apice puntuta antenna.
Carla Accardi : tende : il testo che si fa, addirittura, casa : casa nomade e luminosa : segni sulle sue pareti leggere eppure protettive (dormire tra i segni, svegliarsi e guardarli, compiere le abluzioni mattutine, fare colazione, vedersi riflesse sulle mani e sugli abiti le forme di quei segni che il sole, provenendo dall’esterno, proietta).
Tende di Carla Accardi : il testo generoso di segni che invita a entrare, che circonda e accoglie, che invita a dimorare (etimologicamente: tardare, indugiare, attendere).