«Da Nord a Sud», gli artisti trentini fra le due guerre: un’indagine tra Italia, Alto Adige, Tirolo e Germania

Da queste basi sono partiti gli autori, tanto nella concezione dell’evento espositivo quanto nella produzione editoriale del nutrito catalogo a corredo edito nella vicina Rovereto: Warin Dusatti (curatore della mostra), Marcello Nebl (autore del testo biografico e degli allestimenti) e Annamaria Targher (autrice del testo critico), hanno suddiviso le sessantaquattro opere in tre sezioni disposte secondo una precisa metodologia di studio e nel rispetto della geografia delle “scuole”. Nella prima sono raccolti «gli artisti trentini che hanno proseguito gli studi nella accademie e nelle università a Nord, oltre confine (Innsbruck, Vienna, Monaco); la seconda raccoglie coloro che hanno studiato nelle accademie italiane (Venezia, Firenze, Milano, Torino)»; la terza sezione invece, collocata nella parte più antica del Palazzo, quella sotterranea, propone (unendole) le due precedenti «direzioni tramite la mescolanza degli artisti, così da simboleggiare che l’arte, nella sua intima essenza, non ha né confini, né direzioni geografiche».

Attilio Lasta, Notte di Natale a Wels, del 1917.

Un primo concetto balza subito agli occhi del visitatore, quello dell’assenza di confini: in arte infatti le differenze sono abbattute, sia politiche che sociali, lasciando spazio alle influenze reciproche e alla creatività animatrice del processo costruttivo dell’opera d’arte; il secondo concetto è invece legato alla relatività del fattore geopolitico dei sostantivi Nord-Sud: passeggiando per la mostra infatti sono evidenziate le aree cosiddette a Sud, che per l’occasione sono riconducibili a Firenze, Milano Torino e Venezia, che in un’ottica di italianità dell’arte com’è noto a tutti sono collocate a Nord dello Stivale. Nel caso specifico della mostra di Trento, invece, il Nord sono le scuole (Università e Accademie) di Innsbruck, Vienna e Monaco: in definitiva dov’è il Nord? Cosa significa Sud? E viceversa? E poi ancora: quanto l’arte italiana ha condizionato la produzione artistica di questi territori collocati al margine della Mitteleuropa? Quanto, l’arte a Nord – quella germanica su tutte – ha influenzato gli artisti del territorio in esame?

Lago Juribrutto del 1918 di Camillo Claudio Rasmo.

Ma prima di tutto dalla mostra Da Nord a Sud emerge la possibilità di allargare lo sguardo verso altre direzioni, Est-Ovest per esempio; ma anche, sempre continuando nel merito delle varie scuole che popolano la storia dell’arte moderna, verso Sud-Est e Sud-Ovest, e via discorrendo in un’indagine dei rapporti tra geografia, territorio e arte: e se la varietà di idiomi e caratteri somatici (identitari) dividono l’Europa, ebbene l’arte può essere la lingua comune che deve unirci.

Tornando alla mostra tra le tante opere spiccano alcuni ritratti di elevato valore stilistico: su tutti in ordine di importanza Alcide Davide Campestrini, Ritratto della moglie di profilo, un olio su cartone del 1915, di cm. 47,5 x 33; oppure un olio su tela posto quasi al suo fianco, Ritratto del pittore soldato Attilio Lasta di Luigi Ratini del 1917 (cm. 40 x 35). Sempre per i soggetti di figura, brilla un’opera degna del miglior pointillisme d’oltralpe, Nudo femminile di schiena di Luigi Bonazza, un olio su tela di cm. 90 x 70 ca. del 1905, che non teme il confronto con le più celebri opere di Seurat e Signac. Tra le opere di paesaggio attira l’attenzione un piccolo notturno di Attilio Lasta, Notte di Natale a Wels, del 1917 di cm. 34,5 x 33; oppure, il più grande Lago Juribrutto del 1918 di Camillo Claudio Rasmo (un olio su masonite di cm. 89 x 59). Non mancano le correnti più note del primo Novecento, con le opere futuriste di Roberto Marcello “Iras” Baldessarri: Forme dinamiche 2° del 1914-15 e Ponte futurista del 1918 (rispettivamente di cm. 23 x 29 e cm. 43 x 61); e poi il secondo Novecento, con alcune sculture di Fausto Melotti e molto altro ancora.

Ritratto del pittore soldato Attilio Lasta di Luigi Ratini del 1917.

Nel catalogo a corredo, come accennato in precedenza, oltre alla sezione dedicata alle opere proposte, sono presenti altre tre di approfondimento: una introduttiva alla mostra che comprende una riflessione sul Dreier Landtag[1]  ed il concetto di identità, a cura di Warin Dusatti; una seconda prettamente biografica a cura di Marcello Nebl, trattazione dettagliata degli artisti e delle loro vicende tra le due grandi guerre; infine una di carattere puramente critico, firmata dalla penna di Annamaria Targher, che indaga le peculiarità stilistiche dei Maestri trentini in relazione alle correnti di pensiero delle singole accademie che li hanno via via accolti.

La mostra “Da Nord a Sud – Studi e contaminazioni degli artisti trentini tra Italia, Tirolo e Germania fra le due guerre”, rimarrà aperta – in concomitanza con il Festival dell’Economia Trento – anche nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 maggio, con orario continuato 09h.30-19h.30.

21 maggio 2023, 11h.50’


[1] Dreier Landtag: seduta congiunta delle assemblee legislative composta dai consiglieri e consigliere delle tre assemblee legislative della Provincia autonoma di Bolzano, del Tirolo e della Provincia autonoma di Trento (vedi anche Euregio);

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