Di mestiere faccio il linguista 4. Lingua e parità di genere: che cosa ne pensa l’Accademia della Crusca

di Rosario Coluccia

Alcune settimane fa il Comitato Pari opportunità del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione ha posto all’Accademia della Crusca una domanda riguardante il rispetto della parità di genere nella stesura degli atti giudiziari. Si tratta di una questione molto sentita che travalica l’ambito giuridico e, sul piano generale, interessa tutti coloro che sono attenti a un uso appropriato e consapevole della lingua. Le sollecitazioni a un uso non sessista della lingua italiana hanno una storia più che trentennale e poggiano su dati incontrovertibili. La prevalenza “storica” (e grammaticalmente strutturale) nella lingua italiana del genere maschile si manifesta nei nomi usati con doppia valenza, ritenuti validi per il maschile e per il femminile; tale modalità di fatto annulla la presenza del soggetto femminile. Non sono frequenti e non da tutti vengono usati correntemente termini declinati al femminile che riguardino le istituzioni o il potere. In questi casi, anche quando ci si riferisce a donne, spesso si continua a usare ministro, sindaco, assessore, ecc. (anziché ministra, sindaca, assessora, ecc.). Così facendo, si accorda prestigio al termine maschile a scapito del corrispettivo femminile. Ora, opportunamente, la Corte di Cassazione, sollecita una riflessione sul tema che interessa chi lavora nei settori del diritto, dell’amministrazione della giustizia, della burocrazia, delle istituzioni pubbliche. Ma non solo. Riflettere su tali questioni non è materia per pochi specialisti, coinvolge la generalità di parlanti e scriventi, implica tutti. Riguarda in particolare chi con l’italiano lavora quotidianamente: magistrati, e anche avvocati, professori, giornalisti, ecc.

Al quesito della Corte, l’Accademia ha risposto analiticamente (chi è interessato trova il testo intero al sito www.accademiadellacrusca.it). Per comodità dei lettori, riassumo alcuni punti della risposta, con qualche semplificazione e con qualche integrazione.

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