La guerra. L’altro problema che ha interessato l’Europa a partire dal 2022 è la guerra in Ucraina. Questa guerra è nata come conflitto tra Russia e Ucraina ma poi, con varie dinamiche che sarebbe lungo indagare, si è trasformata in una guerra tra mondo Occidentale e Russia. Una spinta decisiva in questo senso è stata data dagli Stari Uniti, che si propongono come difensori della democrazia, ma in realtà perseguono un disegno di supremazia mondiale, messo in discussione dalla Russia (e poi dalla Cina).
Uno dei mezzi con cui il conflitto è giunto allo stato attuale è stato quello delle sanzioni economiche. E in queste l’Europa ha avuto una parte determinante. In breve tempo sono state adottate undici (!) misure di sanzioni economiche sempre più articolate. Il meccanismo di attuazione è stato uno dei più ‘sottili’: quando ci si accorgeva che una misura non funzionava, se ne adottava subito un’altra, più dura, per raggiungere l’obiettivo, che era quello di strangolare l’economia russa. Non ha importanza se le misure a tutt’oggi abbiano o non abbiano raggiunto il fine proposto. Conta rilevare la solerzia con cui esse sono state adottate. Se teniamo conto dei tempi, si può dire che quasi ogni mese la Commissione europea ha deliberato una sanzione.
Un altro mezzo che ha provocato l’escalation del conflitto, è stata la fornitura di armamenti, ipocritamente chiamati difensivi, per non provocare un coinvolgimento bellico della NATO.
Ma quale differenza tra la lentezza nel deliberare sui migranti e la velocità supersonica nel deliberare sulle misure belliche, siano esse sanzioni economiche o forniture militari. Oggi si sta assistendo a un riarmo generale dell’Europa (e del mondo!), ad un aumento generalizzato delle spese destinate al budget della guerra.
La giustificazione addotta è che sono in ballo le sorti della libertà, della democrazia e dell’Occidente!
In questo modo l’Europa non si è dimostrata un soggetto politico orientato verso la pace, giacché non vi è una sola iniziativa, promossa dall’Europa in quanto tale, che abbia per obiettivo la cessazione delle ostilità e l’avvio di negoziati. L’Europa si è fedelmente allineata alle direttive degli Stati Uniti. Oggi poi si è giunti al punto di proporre di utilizzare i fondi del PNRR, destinati alla ‘ripartenza’ dell’Europa dopo la pandemia, alla produzione di munizioni!
Dall’altra parte, anche nei riguardi dei migranti, si è dimenticata dei valori della “dignità umana” che fanno parte della sua Costituzione (art. 2) e ha costretto (e costringe) i migranti a condizioni di vita difficili prima di definire le loro sorti, anche in base alle leggi che la stessa Europa si è data
Si può dire che abbiamo un’Europa a due velocità: lenta con i migranti, veloce con la guerra.