L’allarme sullo stato di attuazione del PNRR in Puglia è giustificato

Altra importante fonte informativa è il Monitoring Marathon, realizzato da un Ente non-profit, che viene usato per verificare lo stato di attuazione della spesa pubblica fin dal 2013. Il M.M. utilizza gli open data rilasciati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per tracciare i flussi dei fondi pubblici, venendo così incontro a una fondamentale richiesta di trasparenza. Monitoring Marathon fornisce un aggiornamento dello stato di attuazione di oltre 50 mila progetti validati al primo marzo 2023.E’, dunque, possibile fare il punto sullo stato di attuazione del PNRR nella Regione. Stando all’ultima rilevazione, la numerosità di progetti terminati è questa, con dettaglio provinciale: Bari 1127, BAT 275, Brindisi 281, Foggia 613, Lecce 884, Taranto 387. Desta sorpresa e preoccupazione soprattutto il dato tarantino, laddove si tratta di una delle province pugliesi che avrebbe bisogno – forse più delle altre – di interventi di varia natura e soprattutto urgenti. Impressiona il dettaglio nazionale, laddove Roma, Milano e Napoli fanno incetta di finanziamenti, così come la provincia di Torino, con prevalente specializzazione nella transizione digitale. Sono stati maggiormente finanziati digitalizzazione e innovazione (13.5 miliardi nel complesso), con finanziamenti eccezionali alla banda ultra-larga e al 5G. La missione “istruzione e ricerca” fa seguito e, al terzo posto, si colloca rivoluzione verde e transizione ecologica, con relativo sviluppo di misure per i trasporti sostenibili. Occorre ricordare che il ritardo nella conclusione dei progetti da parte delle amministrazioni meridionali contrasta con l’obiettivo – che il Piano si dà – di destinare il 40% del totale delle spese al Mezzogiorno. La criticità fondamentale è che il PNRR costituisce un piano molto spurio di politica industriale, dal momento che prevede misure “dal basso” che si limitano a fotografare l’esistente, spesso con la mera reiterazione di progetti che gli Enti locali avevano già nel cassetto. Lo strumento del bando appare inadeguato, dal momento che presuppone la presenza di progettisti, molto spesso del tutto assenti nei Comuni italiani e meridionali. Eppure occorre considerare che, per la nostra Regione, il PNRR costituisce una delle ultime opportunità di riequilibrio con politiche fiscali espansive, dal momento che – come è noto – la commissione europea ha già stabilito che, dal prossimo anno, si tornerà al ripristino dei criteri di riduzione della spesa pubblica previsti nel Patto di stabilità e crescita e tristemente vissuti in Italia e al Sud negli anni dell’austerità.

[“La Gazzetta del Mezzogiorno”, 9 maggio 2023]

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