Manco p’a capa 141. A cosa servono i fermi di pesca


I ricci si riproducono anche quando sono piccoli. Emettono i gameti (uova e spermatozoi) e dopo la fecondazione si forma una larva che vaga sospesa nell’acqua per un certo periodo e poi scende sul fondo e diventa un piccolo riccio.
Ovviamente noi non prendiamo i ricci commestibili quando sono piccoli, anche se le loro gonadi sono già funzionali. Non c’è molto da mangiare e ci direzioniamo verso quelli di taglia maggiore. Se il prelievo è troppo intenso, però, restano solo i ricci più piccoli, assieme a quelli non commestibili. Dato che si riproducono anche a piccola taglia, i ricci continuano a produrre larve anche se le popolazioni sono costituite da individui di piccole dimensioni, ma la risorsa scompare perché i piccoli non riescono a diventare grandi, visto che continuiamo a prenderli, accontentandoci anche di quelli più piccoli.
La specie non corre rischi, ma la risorsa ne corre eccome. Se non rallentiamo il prelievo, e continuiamo a prenderli con grande intensità, la qualità del prodotto “riccio” diminuisce. Il fermo di pesca serve per permettere ai ricci più piccoli di diventare grandi e di continuare a riprodursi man mano che crescono, aumentando le popolazioni e rendendo di nuovo disponibili i ricci più “pieni”. Insomma, il fermo di pesca dei ricci serve per la ricostituzione della risorsa. Se volete continuare a mangiare ovari e testicoli di ricci dovete ogni tanto smettere, per lasciarli crescere. Lo stesso vale per i pesci, anche loro vittime della tragedia dei beni comuni. I pescatori sanno benissimo che se pescano i pesci quando sono troppo piccoli perdono importanti quantità di pescato. E’ meglio prendere tanti pesci di buona taglia che tanti pesci di piccola taglia. Se li prendi quando sono piccoli, è ovvio che poi non ci saranno quelli grandi. La tragedia dei beni comuni risiede nel fatto che i pesci sono, appunto, un bene comune: sono di chi li prende. Il pescatore sa che se non li prende lui, li prende qualcun altro. E allora è meglio se li prendo io. Il pescatore lo sa che distrugge il proprio futuro se prende pesci troppo piccoli, ma sa anche che se non sarà lui a farlo, sarà un suo competitore, un altro pescatore, ad approfittare.
I fermi di pesca servono a questo. Ci si ferma e si attende che la risorsa si ricostituisca. Nelle aree marine protette non si può pescare, e le popolazioni dei pesci sono abbondanti e costituite da individui di grossa taglia. Se smettiamo di prelevare troppo intensamente, le risorse marine si ricostituiscono. Questo è nell’interesse delle specie bersaglio, dei pescatori e dei consumatori.
Se, invece, continuiamo a pescare “come se non ci fosse un domani”, miniamo la possibilità che la pesca abbia un domani. Dato che ci sono sempre i furbi, se alcuni pescatori dovessero decidere di comportarsi in modo responsabile, altri potrebbero continuare a pescare, distruggendo la risorsa. E’ bene quindi che un’autorità superiore (le forze dell’ordine) fermi i furbi, nell’interesse di tutti. E anche i consumatori devono fare la loro parte. Se vi offrono i ricci durante i fermi dite: no grazie.

[“L’edicola del Sud” del 5 maggio 2023]

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