di Antonio Prete
Nell’orto degli ulivi il sax di Charlie Parker,
respiro di pietra ferita,
l’angelo della solitudine
col viso di fuliggine
è in ascolto dietro il promontorio,
ora che la preghiera è lingua del vento nel vuoto,
lamento di foglie nel vuoto,
e le voci dei fanciulli acclamanti
a Gerusalemme sono stille di vuoto.
.
Nel silenzio dei dormienti
una nota taglia il lenzuolo della notte,
squarcia l’assedio delle nubi
intorno alla luna,
sconfinata si spalanca l’assenza,
mentre sulla roccia atterra sfrusciando lo sparviero del nulla.