1) Innanzitutto, il consolidamento fiscale messo in atto sembra essere dovuto, con la massima evidenza, dall’obiettivo di assicurarsi il placet della Commissione Europea sui nuovi vincoli di finanza pubblica che verranno stabiliti, a seguito della sospensione del Fiscal Compact. Gli elettori di Destra saranno forse sbalorditi da tanta incoerenza e tanta inutile tempestività. Qualche anno fa, Fratelli d’Italia preparava – nel suo programma elettorale – l’Italexit ed è noto che alcune formazioni politiche che gravitavano a Destra sono poi confluite, prima del 25 settembre, nel gruppo di Paragone. Da qui alla piena accondiscendenza (addirittura) ai falchi olandesi e tedeschi può sembrare davvero troppo. Inoltre, la tempestività è eccessiva, dal momento che sembra esserci – se ci fosse la volontà politica – ancora tempo e spazio per la negoziazione sui nuovi vincoli, che saranno non più generali (cioè validi per tutti i Paesi europei, come lo erano il 3% del deficit/Pil e il 60% del debito pubblico/Pil), ma specifici alle singole condizioni nazionali.
2) L’attacco al Welfare è di ampia portata, con una contrazione significativa della spesa sociale e degli investimenti. Il deficit tendenziale è al 4.5% e si rinvia a un futuro provvedimento per la riduzione del cuneo fiscale, come voluto, in particolare, da Confindustria. Si teme, da parte governativa, una spirale salari-prezzi che è però ben difficile oggettivamente individuare. Fonti autorevoli stimano uno spazio per incrementi salariale pari al 5%. Peraltro, occorre considerare che, dati gli attuali valori del moltiplicatore fiscale, la contrazione della spesa pubblica fa crescere il rapporto debito pubblico/Pil.
3) Continua la crescita delle spese militari, in linea con il Governo Draghi. Si tratta di uno stanziamento consistente, che porta le spese per armi in rapporto al Pil a quasi il 2%. Si tratta di un provvedimento non dovuto: non esiste, infatti, nessun vincolo giuridico, in sede Nato, che obblighi il nostro Paese a questo sforzo, né siamo vincolati a una tempistica data.
[“La Gazzetta del Mezzogiorno”, 6 maggio 2023]