DEF: la sorprendente accondiscendenza di Giorgia Meloni all’Europa

1) Innanzitutto, il consolidamento fiscale messo in atto sembra essere dovuto, con la massima evidenza, dall’obiettivo di assicurarsi il placet della Commissione Europea sui nuovi vincoli di finanza pubblica che verranno stabiliti, a seguito della sospensione del Fiscal Compact. Gli elettori di Destra saranno forse sbalorditi da tanta incoerenza e tanta inutile tempestività. Qualche anno fa, Fratelli d’Italia preparava – nel suo programma elettorale – l’Italexit ed è noto che alcune formazioni politiche che gravitavano a Destra sono poi confluite, prima del 25 settembre, nel gruppo di Paragone. Da qui alla piena accondiscendenza (addirittura) ai falchi olandesi e tedeschi può sembrare davvero troppo. Inoltre, la tempestività è eccessiva, dal momento che sembra esserci – se ci fosse la volontà politica – ancora tempo e spazio per la negoziazione sui nuovi vincoli, che saranno non più generali (cioè validi per tutti i Paesi europei, come lo erano il 3% del deficit/Pil e il 60% del debito pubblico/Pil), ma specifici alle singole condizioni nazionali.

2) L’attacco al Welfare è di ampia portata, con una contrazione significativa della spesa sociale e degli investimenti. Il deficit tendenziale è al 4.5% e si rinvia a un futuro provvedimento per la riduzione del cuneo fiscale, come voluto, in particolare, da Confindustria. Si teme, da parte governativa, una spirale salari-prezzi che è però ben difficile oggettivamente individuare. Fonti autorevoli stimano uno spazio per incrementi salariale pari al 5%. Peraltro, occorre considerare che, dati gli attuali valori del moltiplicatore fiscale, la contrazione della spesa pubblica fa crescere il rapporto debito pubblico/Pil.

3) Continua la crescita delle spese militari, in linea con il Governo Draghi. Si tratta di uno stanziamento consistente, che porta le spese per armi in rapporto al Pil a quasi il 2%. Si tratta di un provvedimento non dovuto: non esiste, infatti, nessun vincolo giuridico, in sede Nato, che obblighi il nostro Paese a questo sforzo, né siamo vincolati a una tempistica data.

[“La Gazzetta del Mezzogiorno”, 6 maggio 2023]

Questa voce è stata pubblicata in Economia e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *