di Ferdinando Boero
L’anno scorso mi sono vantato spudoratamente di aver collaborato alla realizzazione di una storia di Topolino e oggi eccomi di nuovo con un altro fumetto. Questa volta è “per adulti”, nel senso che i personaggi sono veri anche se la storia è romanzata quel tanto che basta. L’autore (Diego Cajelli) e l’artista che ha realizzato le tavole (Checco Frongia) hanno fatto un capolavoro e ho passato quasi un anno a seguirli passo passo, fornendo indicazioni tecniche e storiche per rendere la storia quanto più vera possibile, arrivando, assieme a Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica durante la realizzazione dell’opera, a suggerire il finale. Il fumetto racconta la storia di Anton Dohrn che, nel 1872, fondò la Stazione Zoologica, a Napoli. La racconta attraverso gli occhi di una medusa speciale a cui è stato dato il nome di Dohrn: Turritopsis dohrnii. Alcune meduse hanno gli occhi, sì. Ma questa, che nella storia si chiama Agata, è molto particolare perché può vivere indefinitamente, tanto da essere stata chiamata La Medusa Immortale, che poi è il titolo del fumetto. Muoio dalla voglia di raccontarvi la storia, ma mi trattengo. Ci sono tanti riferimenti, anche attuali, nascosti nelle tavole con cui Checco Frongia ha illustrato la storia raccontata da Diego Cajelli. C’è Frank Zappa che guarda un acquario, forse cercando, senza trovarla, la medusa che gli ho dedicato: Phialella zappai. C’è Amy, di Big Bang Theory, perché la medusa immortale è stata citata nella più famosa delle serie TV (). E poi c’è Vittorio Emanuele II, e Benedetto Croce, e Charles Darwin, per non parlare del premio Nobel Tim Hunt, e molti altri. La medusa ripercorre la storia della Stazione Zoologica Anton Dohrn dal 1872, anno della fondazione, a oggi, andando avanti e indietro nel tempo, come solo una medusa immortale può fare.