Di mestiere faccio il linguista 3. Contro il morbus anglicus serve insegnare l’italiano a scuola, non le multe!

di Rosario Coluccia

L’articolo della scorsa settimana sul Piano Scuola 4.0, piano scritto in un italiano fumoso e farcito di anglicismi incomprensibili, induce un amico e collega che molto stimo, Salvatore De Masi, a mandarmi un sms: «Pian piano mi convinco che siano necessarie le multe!».  De Masi è un linguista  esperto, esprime un paradosso (lo fa capire l’esclamativo finale), sa bene che le multe non servono per difendere la nostra lingua minacciata da un’alluvione di parole straniere che non riusciamo a capire. La strada giusta è un’altra (molto più difficile), vediamo quale.

Prima d’ogni cosa, i fatti.  Il 23 dicembre 2022 il deputato Fabio Rampelli ha presentato una proposta di legge, firmata anche da una ventina di deputati del suo stesso partito (Fratelli d‘Italia), rivolta (come affermano le premesse) a tutelare la nostra lingua di fronte allo strapotere della lingua dominante, l’inglese. Il testo contiene «Disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana e istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana».

Ecco alcuni articoli della proposta. L’articolo 1 fissa i «Princìpi generali», afferma  che «la lingua italiana è la lingua ufficiale della Repubblica, che ne promuove l’apprendimento, la diffusione e la valorizzazione, nel rispetto della tutela delle minoranze linguistiche». Gli articoli successivi, dal 2 al 6, regolano «l’utilizzo della lingua italiana nella fruizione di beni e di servizi» (art. 2), «l’utilizzo della lingua italiana nell’informazione e nella comunicazione» (art. 3),  «l’utilizzo della lingua italiana negli enti pubblici e privati» (art. 4), «l’utilizzo della lingua italiana nei contratti di lavoro» (art. 5), «l’utilizzo della lingua italiana nelle scuole e nelle università» (art. 6); segue la proposta di istituire, presso il Ministero della Cultura, un  «Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana» (art. 7); infine, conclusivamente, si prevedono «Sanzioni» (art. 8) che comportano, nel caso di «violazione degli obblighi» elencati nella legge, «l’applicazione di una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro».

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