Non potevano perciò mancare approfondimenti su Carducci e Collodi, Pirandello e D’Annunzio, De Roberto e Comisso, Bontempelli e Morante, Saba e Quasimodo, Pavese e Maraini, Calvino e Pasolini, così come riflessioni sul ruolo svolto da riviste e sodalizi culturali o su temi così emblematici e significativi per l’arco cronologico compreso tra Otto e Novecento come quelli di realismo e neorealismo, tradizione e avanguardia, lingua e dialetto, letteratura e giornalismo. Non meno rilevanti inoltre i saggi su autori salentini come V. Corrado, S. Castromediano, V. Bodini, R. Carrieri V. Pagano, O. Macrì a molti dei quali Giannone ha riservato una particolare attenzione sin dai primi anni del suo impegno intellettuale e accademico, contribuendo non poco a farli rivivere al di fuori di una sorta di cono d’ombra nel quale sono stati a lungo costretti dalla critica più accreditata e nello stesso tempo più distante geograficamente e idealmente da una “terra spaccata dal sole e dalla solitudine, dove l’uomo cammina sui lentischi e sulla creta”.
Il secondo tomo si conclude con la ricca, nutrita bibliografia degli scritti di Giannone che tra l’altro comprende monografie, curatele, saggi pubblicati su riviste e in volumi miscellanei, voci di dizionari e una lunga serie di scritti giornalistici nonché titoli di opere in corso di pubblicazione che dimostrano più di qualsiasi altra considerazione la vitalità di un metodo e la feconda passione di uno studioso che non sembra affatto avvertire il “peso” degli anni e le nuove, diverse lusinghe di una pur giusta e meritata quiescenza, raggiunta all’indomani di una vita pienamente vissuta all’insegna della forza e dell’incanto della parola, del prezioso, utile magistero dell’inutile letteratura.
[“La Gazzetta del Mezzogiorno” del 20 marzo 2023]