I rimedi sono sostanzialmente due:1) Quello proposto dal Governo, ovvero provare ad aumentare il tasso di natalità. Va detto che l’operazione, nei Paesi industrializzati, è riuscita solo alla Svezia nei tempi più recenti, ovvero negli anni Ottanta e nei primi anni Duemila, con la transizione da un valore pari a 1.6 a un valore pari a 2. Nella media dei vari Paesi, l’impatto della spesa pubblica è stato contenuto. In più, va detto che la ricetta Meloni (dati i risparmi di cui al DEF in approvazione) è a costo zero, mentre l’operazione svedese ha richiesto ingente spesa pubblica.2) Una buona politica di integrazione comporta un elevato tasso di sostituzione fra anziani e giovani senza costi, anzi in assenza o con i minimi costi per i respingimenti. Va precisato, infatti, che i respingimenti sono molto costosi e che una politica di integrazione, a ben vedere, conviene, anche in considerazione della numerosità non esorbitante di immigrati sul territorio italiano, se comparata con quella dei nostri maggiori partner europei. In più, le immigrazioni producono crescita per numerose ragioni. In primo luogo, le immigrazioni garantiscono un’adeguata copertura pensionistica i nativi; in secondo luogo, gli immigrati – data la loro giovane età – tengono alta la produttività del lavoro; in terzo luogo, come documentato su varie fonti ufficiali, contribuiscono agli investimenti privati, mediante la creazione di nuove imprese.
[“La Gazzetta del Mezzogiorno” del 20 aprile 2023]