di Adele Errico
Flannery O’Connor nasce a Savannah, in Georgia, negli Stati Uniti del Sud, il 25 marzo 1925. I suoi genitori, Edward e Regina, si erano conosciuti al matrimonio del fratello di lui e dopo tre mesi si erano sposati. Fin da bambina, Flannery, prima di diventare una delle più grandi scrittrici americane di tutti i tempi, manifesta una passione per la scrittura e per il disegno: il padre è il suo primo lettore e il suo primo insegnante, la guida nell’avvicinarsi ai libri sempre in maniera critica, invitandola ad appuntare sul retro di copertina una propria opinione. È da lui che eredita l’amore per la scrittura, la pazienza del lavoro intellettuale, lo osserva scrivere “tutto il tempo” e insieme scrivono a macchina e rilegano con grande cura le storie che Flannery inventa. Ma dal padre la scrittrice eredita anche la malattia che la condurrà alla morte a soli trentanove anni: Flannery ha dodici anni quando al padre viene diagnosticato il “lupus eritematoso” che glielo strapperà via in soli quattro anni. Quando verrà diagnosticato anche a lei, si trasferirà insieme alla madre nella fattoria di famiglia dall’esotico nome “Andalusia”, dove Flannery inizia ad allevare varie tipologie di uccelli, soprattutto pavoni: “non sono mai stata altrove che malata. In un certo senso la malattia è un luogo, più istruttivo di un lungo viaggio in Europa, e un luogo dove non trovi mai compagnia, dove nessuno ti può seguire. La malattia prima della morte è cosa quanto mai opportuna e chi non ci passa perde una benedizione del Signore”. Una benedizione del Signore. Un Signore che è sempre stato presenza costante nei pensieri di Flannery.