di Antonio Errico
Certe volte si ha l’impressione che i richiami delle sirene si facciano più insistenti, più seducenti, che diventi sempre più difficile ignorarli. Probabilmente è vero. Però è proprio a questo punto, dentro questa situazione, che si avverte la necessità, l’indispensabilità, l’urgenza di un pensiero critico, della capacità di analisi e di discernimento, del confronto concreto e della integrazione delle idee, della riflessione e della consapevolezza nelle decisioni e nelle scelte. Il pensiero è la condizione più intima di un uomo. Unica, imparagonabile, inimitabile. Per cui viene da chiedersi quale sterminata, intricata rete, quale marea dilagante di social, quale suprema intelligenza artificiale possa obbligare qualcuno a non pensare, o a pensare come pensano tutti gli altri, a usare le stesse identiche parole che usano tutti gli altri.
Qualcuno cerca e trova la causa strutturale di un abbassamento del livello di pensiero critico, nel predominio della tecnica, della tecnologia, nella eccedenza dei mezzi e la scarsità dei fini, nella prevalenza del particolare e la trascuratezza della visione complessiva.
Qualcuno dice che si sta con gli occhi aperti ma che ci sta dormendo il cuore, che si guarda e non si vede, che si sente e non si ascolta.
Potrebbe essere tutto falso e potrebbe essere tutto vero. Una verità assoluta non esiste, per questo come per quasi tutto il resto. Spesso dipende da quello che ciascuno intende fare per gli altri e per se stesso.