di Antonio Devicienti
L’opera I Giardini di Adone di Sophie Ko è una grande verticale lastra di vetro nella quale l’artista ha inserito rametti e fuscelli provenienti da nidi e ali di farfalla: aereo e trasparente giardino, fragile eppure intessuto di elementi capaci d’imporsi alla mente proprio attraverso la loro fragilità.
Chi guarda non osa avvicinarsi oltre una certa misura, spiega l’artista: la supposta fragilità del vetro obbliga a osservare un’istintiva distanza.
Un giardino nel quale non si entra fisicamente, ma che si contempla o nel quale ci si aggira per forza immaginativa. Un giardino figurale affine alle miniature medioevali o alle rappresentazioni rinascimentali del Giardino e in pericolo d’essere perduto per sempre.
Diafana e sospesa l’opera I Giardini di Adone impercettibilmente oscilla tra lutto e trasparenza di una luce che vuol farsi strada, caparbia.