di Giuseppe Virgilio
Si possono scrivere le cronache del proprio Comune o come documento vivo di orgoglio municipale o con la volontà di narrare esclusivamente cose di cui si è stati testimoni diretti. In certi casi si è indotti anche a riportare le parole altrui, ma solo dopo averle vagliate con cura, il che ci sembra un modo onesto di porsi davanti alla storia. In ogni caso, se ricordare il passato è fare utile cosa ai posteri, quel che più importa è esporre gli eventi storici ed interpretarli nella loro concretezza reale.
Il 10 marzo 1946, e poi lungo le quattro domeniche successive, hanno inizio le consultazioni popolari per il rinnovamento delle amministrazioni comunali; è la prima consultazione popolare della nostra storia, realizzatasi in un clima di libertà e di democrazia, se si tiene conto che nel frattempo è stato esteso per la prima volta il diritto di voto alle donne. E’ incominciata così una nuova storia per il popolo italiano ed ha ripreso la sua marcia in Italia la grande rivoluzione democratica nazionale. A Galatina la consultazione è fissata il 31 marzo.
Chi ricorda per ragione di età la chiusura di quella campagna elettorale che avvia anche a Galatina l’epoca postfascista la sera del 29 di quel mese, può veramente dire di essere stato testimone, per uno spettacolo esaltante ed irripetibile di alta passione civile, dell’inizio di una nuova storia destinata a proiettarsi dal Comune alla Nazione.
Tre liste in particolare accentrano l’interesse dell’elettorato galatinese: quella dell’Orologio, ispirata da interessi trasformistico-borghesi, quella popolare socialcomunista, di netta ispirazione antifascista, e quella della Democrazia cristiana. Tuttavia l’eco di antiche battaglie, la memoria di vetuste tradizioni e gli uomini che le incarnano e rinnovano gli interessi in gioco, restringono in realtà la lotta alle prime due formazioni. Non è solo un dibattito municipale. In esso invero si intrecciano e si intersecano anche le premesse politiche e giuridiche indispensabili di un nuovo periodo istituzionale e costituzionale del popolo italiano, certamente il più rappresentativo di valori democratici a partire dalla proclamazione del Regno d’Italia.
Proprio in quei giorni del marzo 1946, infatti, è stata approvata la legge sulla Costituente che istituisce lo svolgimento del Referendum costituzionale sul tema “Monarchia o Repubblica” ed insieme l’inizio dei lavori dell’Assemblea Costituente per una Costituzione liberamente espressa per la prima volta dalla volontà popolare.