Su due libri di Gianluca Virgilio

Leggere questi due volumetti di Gianluca Virgilio significa immergersi in un Salento che commuove e intenerisce; il racconto delle diverse stagioni dell’anno a Galatina (la cittadina in cui Gianluca vive e lavora), delle vacanze a Santa Maria di Leuca, delle visite domenicali alla famiglia materna a Corigliano d’Otranto, dei pasti familiari, della biblioteca paterna (anche specchio di un padre amato e ammirato), della presenza sempre sollecita della madre e di tanti altri episodi (numerose le pagine dedicate alla scuola e all’attività di insegnante), questo racconto, dicevo, ha l’intonazione della voce amica che si abbandona, commossa e dolce, alla rievocazione perché il presente assume profondità e significato proprio in ragione di  quegli accadimenti più o meno lontani nel tempo, ma fondanti e decisivi.

Questo Zibaldone, esplicito richiamo leopardiano, quest’infanzia, altrettanto esplicita dichiarazione memoriale, si accostano in un dittico capace di coinvolgere in una lettura che non sa più fermarsi se non raggiungendo l’ultima pagina – e lasciando il dispiacere che il racconto sia già finito.

Antonio Prete scrive un bellissimo Preludio a Infanzia salentina nel quale narra di propri ricordi d’infanzia che perfettamente “consuonano” con le pagine di Gianluca Virgilio e scrive anche una Prefazione allo Zibaldone salentino evidenziandone la natura di «limpida autobiografia intellettuale» e di «racconto di un mondo possibile: un mondo in cui il libro e la vita possano davvero essere in perpetuo e fruttuoso dialogo» (p. 9); Infanzia salentina si avvale anche di un’indimenticabile Nota critica firmata da Annie e Walter Gamet, due viaggiatori francesi che, durante l’estate del 2009, avevano acquistato in una libreria di Galatina la prima edizione del libro iniziando  a trasporlo in francese: era nata così un’amicizia con lo scrittore salentino che si è andata consolidando negli anni e che ha fruttato diverse traduzioni in francese dei libri di Gianluca e, infine, questa “seconda edizione riveduta e accresciuta” di Infanzia salentina che mi fa enorme piacere presentare oggi qui su Via Lepsius.

[“Via Lepsius” del 22 marzo 2023]

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