Sigismondo Castromediano, il duca bianco

di Giuseppe Caramuscio

L’aggiornamento degli studi su Castromediano, oltre ad essere veicolato da lavori collettanei generati dalla collaborazione di competenze specialistiche integrate, ha visto recentemente anche l’uscita di un volume (Alessandro Laporta, Il duca bianco di Cavallino. Nuovi contributi, Quaderni del Centro Studi “Sigismondo Castromediano e Gino Rizzo” 3, Galatina, Mario Congedo Editore, 2013, pp. 136) dalle tematiche più circoscritte ma abbastanza omogenee al loro interno. L’autore della presente pubblicazione, notissimo direttore della Biblioteca Provinciale di Lecce, ci ha da sempre abituati alla presentazione di studi originali, frutto di fertili intuizioni e di un interrotto lavoro di scavo in archivi inesplorati – come quelli privati – o in biblioteche spesso remote dal punto di vista geografico. Non sappiamo se apprezzare, di Alessandro Laporta, più la profonda conoscenza della cultura storica e letteraria dell’antica Terra d’Otranto o la disponibilità con cui egli si mette al servizio della comunità scientifica e della società civile, ai fini della buona riuscita di svariate iniziative culturali. Non sarebbe corretto, tuttavia, rapportare tout court tali tratti alla figura di un generalista del sapere, perché la sua produzione, fondata su una solida formazione umanistico-letteraria, si è progressivamente specializzata dapprima nella disamina critica delle storie municipali e, successivamente, in un’area prossima alla sua professionalità, ossia la storia dell’editoria, disciplina peraltro di cui è stato stimato docente presso l’Ateneo salentino. Al personale approfondimento di Castromediano lo ha condotto, come ci rivela egli stesso nella Presentazione dello stesso volume, l’esigenza, manifestatasi molti anni prima, di conferire una veste editoriale a certi scritti storiografici inediti del patriota salentino.

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