Il sogno futurista di “Mino” Delle Site (parte seconda)

Mario Schifano

In effetti i pilastri futuristi del «dinamismo plastico», delle «parole in libertà» – ma anche le lacerbiane «immagini in libertà» – contribuirono non poco alla formazione del processo creativo delle nuove correnti artistiche, anche in virtù dell’impulso modernista legato a doppio nodo al sempre attuale rifiuto degli accademismi, dei «passatismi» e a quell’intuizione ormai divenuta il vero e proprio manifesto futurista Ex post: il contemporaneo si appropria dunque del concetto di analogia, e lo fa divenire espressione creativa.

In questo senso sono emblematiche, secondo una logica di arte proiettata nel continuum spazio-temporale, le rappresentazioni Pop di Mario Schifano, ma anche di altri componenti della «Scuola di piazza del Popolo», strettamente correlabili all’innovazione futurista d’inizio secolo. È proprio l’artista romano nato in Libia a ripercorrere, dalla seconda metà degli anni ’60 agli anni ’80, rinnovandoli con una riflessione intrisa della memoria futurista, il colore e la forma concettualizzati dal movimento marinettiano; parallelamente l’amico e collega Franco Angeli affronta, in chiave fobica, il tema del volo aereo (Fig.1) tanto caro agli aeropittori in genere e in particolare a Delle Site.


Fig.1 Franco Angeli, Turbolenza, 1980.

Se dunque, come scrive Maurizio Scudiero, «fu messa in scena proprio alla metà, giusta giusta, degli anni Ottanta del secolo scorso, la riesumazione del “cadavere futurista” che era stato prima ucciso, e poi sepolto, da quarant’anni di critica ideologica e disinformata»[4], ebbene, il merito, probabilmente è da ricondurre al lavoro svolto già dagli anni sessanta proprio da artisti come Delle Site e Schifano, attivi tanto in Italia quanto all’estero: Francia e Stati Uniti, solo per citare due Paesi teatro di importanti mostre. In particolare desta interesse l’attività espositiva e quella creativa, sia del salentino sia di Schifano. Delle Site per esempio è protagonista, dalla seconda metà degli anni cinquanta, di importanti mostre romane dall’anima profondamente futurista (la retrospettiva del 1956, la personale alla Galleria Alibert del 1957 e quella del 1962)[5] e, con un anno di anticipo sulla mostra «Futurismo rivisitato» di Schifano, nel 1965 esponeva a New York alla Galleria Rizzoli in una mostra antologica che indagava la produzione del leccese dal 1932 al 1965.


Fig. 2 Mino Delle Site, lotto 114, Smoking antineutrale, 1970.

Intanto Schifano a poca distanza (operavano entrambi a Roma) stupiva per i repentini cambi di poetica: «nel 1961 aveva variato la serie dei Cartelli stradali e delle Grandi O; a inizio 1962 aveva inserito nei quadri i primi “marchi”, realizzando le Propagande con il logo della Coca Cola ed i Segni di energia con quelli della Esso. Dopo un’evoluzione fulminea in soli tre anni di lavoro, a inizio 1963 Schifano era già passato a ricerche sorprendentemente nuove»[6]. Ma la svolta si ha tre anni più tardi, per l’esattezza il 10 settembre 1966, quando con una personale tenutasi in collaborazione con la Galleria Marconi di Milano, Mario Schifano celebra il movimento futurista in una mostra intitolata per l’appunto «Futurismo rivisitato»[7], dando così corpo ad un ciclo tematico lunghissimo, che riproporrà sino ben oltre gli anni Ottanta del secolo scorso, in piena maturità artistica, proprio parallelamente alle novità introdotte in quel periodo da Delle Site: influenze reciproche evidentemente alla base del ritorno d’interesse nei confronti del Futurismo registrato proprio dagli anni Settanta in poi, anche in corrispondenza degli esperimenti Pop che “Mino” Delle Site elabora tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, periodo al quale risalgono soggetti come La course[8] e lo Smoking aintineutrale[9] (Fig. 2) citati già la volta scorsa, rispettivamente del 1968 e del 1970, ma con radici saldamente ancorate ai primi anni del secolo scorso.

Influenze o meglio contaminazioni reciproche colte da Mario Schifano, come l’uso consapevole del «dinamismo plastico», proposto sulla scorta dei principi boccioniani della «simultaneità» e della «compenetrazione dei piani»: particolarmente evidenti nell’opera Solo del 1984 (Fig. 3), e delle «parolibere» di Futurismo rivisitato a colori del 1980, reinterpretate in chiave Pop grazie a quei motivi così cari al Futurismo. La prima è un omaggio alla bicicletta di Dinamismo di un ciclista di Boccioni del 1912; la seconda invece si ispira alla storica immagine, sempre del 1912, che ritrae Russolo, Carrà, Marinetti, lo stesso Boccioni e Severini, in posa davanti alla sede del giornale parigino Le Figarò, tre anni dopo la storica pubblicazione di «Fondazione e Manifesto del Futurismo»[10].


Fig. 3 Mario Schifano, Solo, 1984.

In questo dipinto di Schifano (Figg. 4, 5) il titolo compare, per analogia, al centro del quadro sotto forma di «parole in libertà», la boccioniana «logica parallela delle ricerche pittoriche». Ricerche che in Delle Site prendono invece la forma di un’ellisse, come nell’opera databile al 1975 Fuga mare-nuvole[11], in cui l’occhio del pittore si materializza nella visione in movimento, nello sguardo che scruta dall’oblò di un aereo panorami dai colori in vorticoso equilibrio plastico, richiamando alla memoria, come l’artista stesso amava ricordare, i colori dei luoghi d’origine: «Lo spazio e l’impostazione cromatica dell’Aeropittura sono azzurri. Io mi sono portato dietro i colori di Terra d’Otranto e dei miei cieli. E li ho ritrovati nell’Aeropittura»[12].

La visione aerea dei primi aeropittori dunque si rinnova, è intuita da Delle Site sotto forma di ellisse, ed è già presente nei lavori di ricerca degli anni sessanta, addirittura già germinante in alcuni acquerelli e disegni a pastello del primo periodo romano: nel ciclo Maschere Stati d’animo del 1931, o Campi da calcio del 1937, ma anche in opere simbolo come L’uomo genera l’aeromacchina del 1934. Tutte idee primigenie che proiettano il Futurismo del primo Novecento verso un’arte più concettuale, astratta, ravvisabile, secondo Enrico Crispolti, in «quelle intuizioni di spazialità siderale […] degli anni Sessanta»[13], siano d’esempio Galassia primigenia del 1968 e Galassia in espansione del 1969; così come nelle opere figlie dell’esperienza statunitense di Marco Island, Forma-senso decollo e Forma-senso atterraggio del 1976, entrambe presenti insieme a molte altre alla mostra allestita nel 1989 presso il Museo Provinciale di Lecce, quando l’artista era ancora vivo e attivo.


Fig. 4 Mario Schifano, Futurismo rivisitato a colori, 1980.

Fig. 5 Mario Schifano, Futurismo rivisitato a colori, 1966.

In definitiva Domenico “Mino” Delle Site (Lecce, 1914 – Roma, 1996), «fu tra i pochissimi, se non l’unico, “a guardare oltre”, cioè a proseguire in ricerche che fossero […] espressione del loro tempo, e non una visione del “tempo che fu”»[14]. Riduttivo dunque collocare Delle Site nella sola espressione aeropittorica, egli proseguì andando avanti, divenendo l’anello di congiunzione evolutiva tra il futurismo e la contemporaneità. Queste le ragioni per cui si rivela assolutamente necessario un nuovo appuntamento culturale a Lecce, ci sono ancora le idee e le persone giuste per pensare, a quasi novant’anni dalla mostra leccese del febbraio 1933, a un evento espositivo dedicato a Mino Delle Site e al suo sogno futurista di un’arte viva e intuitiva; un’arte che cresce, cambia sé stessa in un processo evolutivo continuo, in grado di adattarsi all’incessante e a volte incomprensibile cambiamento della nostra società. Un’arte che sia ancora oggi legame indissolubile tra l’inesorabilmente vecchio e l’emozionante novità.

[In «il filo di Aracne», Anno XVI – N° 2, Galatina, aprile/giugno 2021]

Note


[1] Beatrice F. Buscaroli, Precocità e longevità di Mino Delle Site, in Mino Delle Site – Centenario, Edizione Riservata Chiara Letizia Delle Site©, E-Book, 2014;

[2] Cfr. Chiara Letizia Delle Site©, Mino Delle Site – Centenario, E-Book, 2014;

[3] Cfr. Catalogo “Atelier Mino Delle Site”, Ader-Nordman, Parigi, 2013;

[4] Cfr. Maurizio Scudiero, Mino Delle Site 100 anni, E-Book, 2014;

[5] Cfr. Catalogo “Atelier Mino Delle Site”, Ader-Nordman, Parigi, 2013;

[6] Giorgia Gastaldon, Ileana Sonnabend e Mario Schifano: un epistolario (1962-1963), in Storia Dell’Arte, CAM Editrice, n. 40, Roma, 2015;

[7] Catalogo della mostra, 15 giugno – 8 luglio, Studio Marconi – Galleria il Canale, Milano – Venezia, 1966;

[8] Cfr. M. Galiotta “il filo di aracne” n. 1, 2021;

[9] Lo “Smoking antineutrale” è il discendente diretto del “Vestito antineutrale” presentato sul Manifesto di Giacomo Balla datato 11 settembre 1914;

[10] Vanni Scheiwiller, Piccola antologia di poeti futuristi, All’insegna del Pesce D’oro, Milano, 1958;

[11] Enrico Crispolti, in Mino Delle Site – Aeropittore e oltre, dal 1930, Catalogo della mostra tenutasi presso il Museo Provinciale di Lecce, 15/X – 3/XII/1989, Electa, Milano, 1989;

[12] Chiara Letizia Delle Site©, Mino Delle Site – Centenario, E-Book, 2014;

[13] Cfr. Enrico Crispolti, Catalogo della mostra, 1989;

[14] Cfr. Maurizio Scudiero, Mino Delle Site 100 anni, E-Book, 2014.

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