Manco p’a capa 133. A chi giova il sistema Italia

di Ferdinando Boero

Nel corso della mia carriera cinquantennale di studente prima, e di docente universitario poi, ho assistito a molte riforme, ognuna peggio della precedente, attuate in base a logiche bislacche.
I laureati sono pochi, rispetto a quelli di altri paesi avanzati! Soluzione: numero chiuso per limitare gli studenti universitari.
I nostri laureati non seguono percorsi di formazione che trovano riscontro nell’offerta lavorativa e non sono competitivi! Risposta del mercato: a decine di migliaia i nostri laureati emigrano verso paesi che sanno che farsene di loro, e che li pagano in modo molto diverso dalle offerte italiche. Se gli altri paesi li prendono, significa che la loro formazione è adeguata alle richieste lavorative. Se noi non li sappiamo assorbire e li paghiamo poco è colpa loro, della loro formazione? Direi di no, visto che all’estero li assorbono e li pagano. I sistemi produttivi italiani non hanno bisogno di laureati o, se ne hanno bisogno, non sono disposti a pagarli adeguatamente.
Il valore di una cosa è determinato dalla volontà di pagare per essa da parte di chi la vuole; se la volontà di pagare è scarsa, si attribuisce scarso valore a quel che si chiede. Se offro 10 per qualcosa, e un altro offre 30, viene soddisfatto chi offre 30: le aste funzionano così.

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