di Ferdinando Boero
Nelle prime votazioni a cui ho partecipato ho scelto le proposte del PCI. Una volta acquisita la consapevolezza della questione ambientale, ho faticato a trovare proposte politiche che la contemplassero. Mi sono avvicinato a Sinistra Ecologia e Libertà per l’Ecologia, ma ho presto capito che era un’etichetta. Non parliamo dei Verdi, una galassia litigiosa e autoreferenziale. L’ambiente è una stella dei 5 Stelle, ma la sostituzione del Ministero dell’Ambiente con quello della Transizione Ecologica è stato un errore, reso madornale dalla scelta di un ministro tecnocrate, con totale negligenza verso le questioni ambientali.
La nostra è una specie animale che vive in un contesto di rapporti con altre specie: possiamo trarre qualche ispirazione dai fenomeni biologici. I licheni, ad esempio, sono il frutto della simbiosi tra un fungo e un’alga. PCI e DC, un tempo avversari, si sono fusi nel PD dopo una serie di stadi larvali, diventando un lichene. Il lichene PD, però, è stato parassitato da un clone di Berlusconi (Renzi) intenzionato a distruggere la sinistra corteggiando l’elettorato di riferimento della destra liberista. La strategia è chiara: chi pensa a sinistra non deve trovare rappresentanza e deve essere disincentivato a votare. Il piano ha avuto successo: un governo di destra votato da una minoranza che si è espressa, e una maggioranza che non si è espressa o si è divisa. Dopo questo capolavoro, Renzi sta cercando di far crescere l’organismo a cui ha dato luce, dopo il quasi annientamento dell’ospite (il PD), in cui ha comunque lasciato i suoi propaguli, pronti ad intervenire in caso di bisogno. C’è stato anche il tentativo di svuotare in modo analogo il M5S, con l’operazione Di Maio candidato nel PD. Ciliegina sulla torta: Casini.