Manco p’a capa 131. La difesa dell’ambiente è la priorità


Contro ogni logica, invece, che facciamo? Decidiamo di trivellare i nostri mari per estrarre i pochi combustibili fossili che forse ci sono. Sappiamo che non risolverebbero il problema, se non per poco, e sappiamo anche che contribuirebbero a mantenere sistemi obsoleti di produzione energetica. Esponendo il nostro mare al rischio di incidenti e di impatti dovuti a queste attività.
Tutto ci dice che dobbiamo fare A, e noi che decidiamo di fare? Ma è ovvio: B!
Questa decisione del governo centrale non solo va contro lo spirito del PNRR, ma va anche contro le direttive europee che riguardano il mare, prima di tutto la Strategia Marina, che impegna tutti gli stati dell’Unione a lavorare per ottenere il Buono Stato Ambientale, con prescrizioni molto rigorose che vengono infrante con le attività estrattive.
Ci sono i soldi per la transizione, ci sono leggi che ci impongono di agire in un certo modo, ci sono anche motivazioni geopolitiche che confermano queste scelte, e noi facciamo il contrario. Sinceramente non riesco a comprendere il significato di questa scelta. Dieci anni fa mi espressi a favore di TAP, e fui attaccato con scritte sui muri, tipo: Boero servo di TAP. Ritenevo che differenziare gli approvvigionamenti di gas fosse saggio, per non dipendere in toto dalla Russia, e ritenevo che il gas sarebbe stato utile per la transizione ecologica, per liberarci dal carbone prima di tutto, in attesa del passaggio alle rinnovabili. Non sono per il no a tutto. Se si dicono dei no, bisogna saper dire dei sì.
La Regione cerca di fermare questa scelta scellerata, valendosi di argomenti forti sul piano ecologico, geopolitico, economico e normativo. Ma pare che la difesa dell’ambiente non sia una priorità, come non lo è la transizione ecologica.
Francesco, con Laudato Si’, chiede la conversione ecologica. Prima della transizione è necessaria la conversione. Il problema è culturale, e, purtroppo, la natura, entrata da poco nella Costituzione, non è ancora entrata nella nostra cultura. Il governo regionale, in effetti, questa cultura la possiede e si oppone a scellerate politiche nazionali. Non si tratta di destra o sinistra: la natura non è di destra o di sinistra. Se la distruggiamo, se la alteriamo troppo, danneggiamo prima di tutto noi stessi, inclusa l’economia, qualunque sia la nostra convinzione politica. Economia e ecologia non sono in contrasto, vanno assieme. Non dovrebbe essere difficile capirlo, e invece…

[“Edicola del Sud” del 10 marzo 2023]

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