di Antonio Devicienti
Tra i disegni preparatori per l’Altare di Isenheim uno di quelli approntati per l’Annunciazione prelude al vorticare che, infatti, accende gli spazi di gotica architettura del dipinto definitivo.
Solo la giovanissima Vergine compare nel disegno, il panneggio del vestito come avvitato in un movimento di torsione evidente nel volto, nelle mani giunte e nel busto: l’orecchio sinistro esposto alla voce dlell’angelo invisibile, orecchio forse sorpreso, forse atterrito – il libro appena accennato le cui pagine, nel dipinto finito, mostrano le parole della profezia veterotestamentaria.
Quel vorticare del corpo nello spazio bianco del foglio, quel suo torcersi, quelle profonde scanalature d’ombra nella veste preludono a quello che diventerà il dipinto: pura energia quasi devastante l’angelo annunciante, ostaggio del vortice dell’annuncio e della profezia la giovanissima fanciulla, il grande libro manoscritto come soglia tra i due.
Il disegno studia possibilità e ritmi, saggia una postura, nel gran bianco del foglio fa scaturire le forme dell’umano.
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