di Franco Martina
Diceva Bertolt Brecht che davanti alla conoscenza dei moventi delle loro azioni, i grandi hanno messo il sudore. E Sergio Luzzatto, nel suo Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento, Einaudi 2009, deve averne spremuto parecchio non per trovare la verità, che non è roba per persone serie, ma per aprire una via di conoscenza della figura di padre Pio con gli strumenti propri della storiografia. Già nelle prime pagine del libro egli dichiara espressamente che obiettivo della sua ricerca non è quello di accertare l’autenticità o meno delle stimmate del frate di Pietrelcina, quanto di misurare la portata storica della devozione garganica e di conoscere quei “rituali d’interazione” che la santità sviluppa come pratica sociale. In questo senso Luzzatto può giustamente affermare che i santi contano non per ciò che sono ma per come appaiono. Aver sviluppato coerentemente e rigorosamente tali presupposti, ha consentito all’autore di ricostruire la vicenda di padre Pio in stretta relazione con la più complessiva storia d’Italia. Ma non nel senso, un po’ banale, che quest’ultima fa da sfondo alla storia singolare del frate, quanto in quella assai più interessante degli intrecci e delle relazioni delle quali fu al centro la vita di padre Pio. Una trama impressionante, perché rigurda non solo ambiti diversi, religioso, devozionale, politico, economico…, ma anche ambiti sociali e intellettuali diversi: gente semplice e intellettuali, attori e politici di ogni calibro.
Un trama che Luzzatto ricostruisce non dal punto di vista sociologico, bensì da quello storico, consentendo, anche, di guardare con una luce nuova, o diversa, alcuni snodi della storia nazionale. E’ interessante, per esempio, il racconto del legame stretto tra padre Pio e la nascita del movimento squadrista guidato da Giuseppe Caradonna nel Gargano, protagonita di un’azione politica che doveva anticipare i fatti di Palazzo D’Accursio, consentendo così di parlare in modo meno generico di clerico-fascismo. Ma assai interessanti sono anche le pagine iniziali, dove Luzzatto mette in evidenza come padre Pio “raccoglieva” la più drammatica e diffusa esperienza della guerra: il dolore, la sofferenza, sia fisica che psichica. Qualcosa di difficilmente incanalabile in movimeto politico. Padre Pio “ricevette” le stimmate il 20 settembre 1918.
Vorrei conoscere meglio la vita e la storia di Sergio Luzzatto io sono Paolo Matucci di Roma laureato in sociologia presso l’Università degli studi di Roma la Sapienza.