Manco p’a capa 126. Il potere promuove l’ignoranza


Che il nord sia economicamente in condizioni migliori del sud è innegabile, ma durante il Covid-19 le conseguenze di politiche di privatizzazione della sanità nordica sono state drammatiche, e molti nodi stanno venendo al pettine. Gli asset strategici gestiti (male) dallo stato sono stati gestiti ancora peggio quando sono stati dati in mano ai privati, dalle autostrade, all’acciaio, alle aerolinee, alla sanità… devo continuare? Il privato gestisce nello stesso modo del pubblico, e il risultato non cambia. La soluzione dovrebbe essere che il pubblico gestisca meglio del privato, affidando le sue imprese non a faccendieri ma a persone competenti. Come avvenne, ad esempio, con Enrico Mattei.
Ora abbiamo i fondi del PNRR, ma non siamo preparati ad utilizzarli, proprio come quelli per il sud dell’Obiettivo 1. Il successo nella progettazione europea va dalla lettura del bando, al confezionamento del progetto, alla sua realizzazione e alle rendicontazioni scientifica e amministrativa. Ho coordinato un progetto complesso, con 22 paesi partner in tre continenti, e una decina di milioni di budget, so di che parlo. Nel nostro paese le competenze per queste iniziative sono scarsissime. I ricercatori di altri paesi, invece, ricevono consistenti aiuti tecnici nella preparazione dei progetti, e hanno molto più successo di noi. Quando arrivano milioni a seguito di progettualità di successo, poi, l’amministrazione collassa. Con qualche eccezione.
L’autonomia regionale non è una soluzione a garanzia di miglior funzionamento. Dall’esperienza del passato, è la garanzia di altre ruberie e di incompetenza.
Abbiamo bisogno di una classe politica integra e competente. Se non riusciamo ad esprimerla, soprattutto a livello regionale, ma non solo (sempre con le dovute eccezioni, ma il trend è quello), abbiamo un problema bello grosso. Chi non va a votare lo sta gridando da anni: non riesco a trovare qualcuno che valga la pena di essere votato!!! Se arriva qualcuno di “diverso” inizia la delegittimazione da parte degli altri politici, e dei media ad essi collegati: il fine è di far pensare che “tanto sono tutti uguali”.
Pensare di risolvere il malfunzionamento dell’amministrazione del potere con l’autonomia differenziata significa non aver capito il problema, oppure si vuole continuare a predare la cosa pubblica. Il ministro Roberto Calderoli, artefice dell’autonomia differenziata, ha un valido curriculum in termini di procedimenti giudiziari e, anche, di iniziative evidentemente fallimentari, tipo la legge elettorale definita Porcellum che lui stesso definì una “porcata” e che fu bocciata dalla corte costituzionale. Incurante del ridicolo, Calderoli persevera nei suoi intenti, mettendo le sue furbe incapacità al servizio della collettività, che, immemore della storia, invariabilmente lo conferma in ruoli apicali nella gestione della cosa pubblica, ad architettare altre porcate.
Andrea Camilleri, prima, e Nicola Gratteri, dopo, affermano che il potere promuove l’ignoranza e l’analfabetismo per continuare ad agire indisturbato. I tagli alla cultura e all’istruzione dimostrano la correttezza delle loro considerazioni riguardo ad un'”ignoranza coltivata”. Siamo oggetto di un olocausto culturale in cui le vittime scelgono i carnefici, visto che li eleggono a gestire le loro vite. Davvero si pensa che il rimedio sia l’autonomia differenziata? Con quale coraggio si insulta la presunta intelligenza degli elettori, portando ad esempio l’efficienza amministrativa di regioni che hanno visto incarcerare così tanti presidenti?

[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 7 febbraio 2023]

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