Quanto mai opportuna è dunque l’iniziativa dell’Associazione Pro-loco di Tricarico di ricordare questo scrittore, in occasione del settantacinquesimo anniversario della nascita, con la pubblicazione di tre volumetti, tutti stampati dalle edizioni RCE di Napoli nel 1999. Essi in realtà non affrontano tematiche specificamente letterarie, ma alcuni aspetti della sua attività politica e di studioso di problemi sociali della Basilicata. Tuttavia risultano ugualmente utili a una migliore conoscenza dell’intera personalità di Scotellaro, essendo questi aspetti strettamente intrecciati in lui con il momento creativo.
Nel primo, Scotellaro: la cronaca ritrovata, l’autore, Giuseppe Settembrino, fa luce sul suo impegno politico in sede locale nel secondo dopoguerra, dal 1943 al 1946. A tal fine si serve dei verbali della sezione del PSIUP (l’allora partito socialista) di Tricarico, di un articolo disperso e di alcune corrispondenze giornalistiche, attribuibili a Scotellaro. La più significativa tra queste, apparsa su “L’Avanti” nel ‘46, è dedicata al mestiere dei calzolai del Sud, gli “scarpari”, i “figli della pece”, dei quali l’autore invitava a “raccogliere il grido disperato” e “l’anelito di lavoro e di giustizia”. Da notare, in questo scritto, la presenza di un personaggio, mastro Innocenzo, che comparirà qualche anno dopo nel libro-memoriale, L’uva puttanella.
Nel secondo, Rocco Scotellaro sindaco, con presentazione di Rocco Mazzarone, l’autrice, Paola Scotellaro, ricostruisce attentamente, sulla base di materiali d’archivio (verbali, deliberazioni, relazioni), il periodo (dall’ottobre del 1946 al giugno del ‘48 e dal marzo del ‘49 al maggio del ‘50), in cui lo scrittore fu alla guida dell’amministrazione comunale del suo paese. Emerge così il suo strenuo impegno afavore della comunità tricaricese, che si concretizzò, tra l’altro, nella costruzione di strade, scuole e altri servizi pubblici, ma soprattutto nella realizzazione di un ospedale, inaugurato nell’agosto del ‘47. Com’è noto, questa esaltante vicenda andò a finire con un’infamante accusa di concussione e di peculato lanciatagli dagli avversari politici, dalla quale il sindaco fu pienamente prosciolto, ma che gli costò quarantacinque giorni di carcere a Matera e che incise profondamente sulle sue scelte future.
Il terzo volumetto invece, Scuole di Basilicata, con una postfazione di Pancrazio Toscano, è costituito da uno scritto di Scotellaro, che è il risultato del lavoro affidatogli dalla SVIMEZ nell’ambito del Piano regionale di sviluppo della Basilicata, allorché egli si era trasferito a Portici presso l’Osservatorio di economia e politica agraria. L’indagine, basata su dati statistici, è suddivisa in due parti e affronta i problemi dell’analfabetismo, della cultura nel mondo rurale, delle condizioni della prima infanzia, tutti legati, in qualche modo, alle esperienze politiche e alla sensibilità letteraria dello scrittore. Anche in questo modo insomma Scotellaro, pur vivendo lontano da Tricarico, volle offrire un contributo allo sviluppo della sua regione e al miglioramento di vita delle popolazioni lucane.
[«Quotidiano di Lecce», 21 aprile 2000; poi in A. L. Giannone, Le scritture del testo, Lecce, Milella, 2004]