Al Mart di Rovereto tradizione artistica e modernità a confronto
di Massimo Galiotta
All’alba del XX secolo, guardandosi alle spalle per avere conferma del suo passato, di quel che si stava lasciando dietro, l’arte contemporanea (del suo tempo e di sé stessa) ha colto i vantaggi – certamente non immediati – derivanti della rottura degli schemi, dell’abbandonarsi alle intuizioni moderniste e modernizzanti, le stesse che da ormai più di un secolo caratterizzano la produzione creativa a cavallo del secondo Millennio.
LA RIVOLUZIONE. Giotto artista visionario, attuale, vero e indiscusso enfant prodige – come narra Vasari a proposito dell’incontro casuale avuto con Cimabue – ha rivoluzionato la pittura medievale aprendo la narrazione per immagini a visioni nuove, descrizioni e paesaggi mai contemplati prima. Le figure piatte su fondo dorato di bizantina memoria cedettero il passo a prospettive anticipatrici di un gusto nuovo, prefigurando profumi di Rinascimento. Giotto, il più grande innovatore della storia dell’arte, introdusse il concetto di moderno molti secoli prima della modernità.