di Ferdinando Boero
Se il futuro fosse prevedibile… non ci sarebbe storia. Il futuro è intrinsecamente imprevedibile perché è determinato da contingenze, come la caduta dell’URSS, Mani Pulite, il COVID-19, la guerra in Ucraina, la crisi dei mutui, l’11 settembre. La storia descrive gli eventi del passato e cerca di comprendere cosa li abbia determinati, e può essere utile per disegnare scenari futuri. Questo vale sia per la storia della nostra specie sia per la storia naturale.
Gli scienziati della natura da decenni mostrano che il clima sta cambiando a causa delle nostre attività, azzardando scenari predittivi che sono stati ignorati o minimizzati.
Forte di questa esperienza, cosa mi suggerisce l’anno appena trascorso? Cosa mi aspetto per l’anno che sta per iniziare? Studio la biodiversità e gli ecosistemi, e il 2022 mostra che, con il rallentamento delle nostre attività a causa del COVID, la natura selvatica è risorta: se diminuiamo le pressioni c’è possibilità di recupero. D’altra parte abbiamo visto recrudescenze di fenomeni climatici estremi. A confermare gli scenari allarmanti dei climatologi.
Per fare previsioni dovremmo prevedere come ci comporteremo perché, mai come oggi, il nostro futuro dipende da noi. Da una parte sono contento di vedere che l’Europa ha deciso di intraprendere la transizione ecologica (fine primario del PNRR), dall’altra sono allarmato nel vedere come viene gestita. I temi ambientali sono scomparsi dai programmi dei partiti o, se ci sono, non sono prioritari. Lo erano per i 5S ma ora il Movimento ha altre priorità. Ha occupato la nicchia politica dei partiti di sinistra: la difesa dei ceti sociali più deboli. Una giusta scelta, ma l’ambiente è passato in secondo piano, come se si potesse prosperare in un ambiente devastato.
Il nostro comportamento dipenderà dalla scelte dei politici a cui affideremo le nostre sorti. La politica attuale non mi entusiasma e le mie previsioni sono negative, ma si può sempre auspicare un cambiamento, come sempre si fa con i buoni propositi di inizio anno. Cosa mi piacerebbe trovare nell’offerta politica del 2023?