di Antonio Lucio Giannone
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Nel 2017, in qualità di presidente del Comitato scientifico del Centro studi “Vittorio Bodini”, che ogni anno organizza il Premio letterario internazionale, giunto nel 2021 alla settima edizione, proposi di assegnare la Targa “La luna dei Borboni” ad Andrea Camilleri (Porto Empedocle 1925 – Roma 2019) con la seguente motivazione: “Per la sua lunga e prestigiosa attività svolta in campo letterario, teatrale, televisivo e radiofonico e per il suo rapporto di amicizia con Vittorio Bodini che ha avuto modo di ricordare in varie occasioni”. Camilleri accettò con piacere il riconoscimento, ma a causa delle sue condizioni di salute non potette venire a ritirarlo personalmente. In compenso rilasciò una lunga intervista che venne proiettata durante la serata di premiazione che si svolse nel Teatro Apollo di Lecce il 14 ottobre di quell’anno. In essa rievocava il suo rapporto con lo scrittore salentino, ma faceva anche delle lucide osservazioni sulla società e sulla letteratura dei nostri giorni.
Camilleri dichiarò di avere conosciuto personalmente Bodini in una serata del 1957, quando venne a Lecce come regista stabile della Compagnia regionale del Teatro pugliese che doveva rappresentare il dramma Assassinio nella cattedrale di Th. S. Eliot, diretto da Orazio Costa e interpretato dal grande attore Salvo Randone. Prima dello spettacolo, in un albergo cittadino, Giuseppe Giacovazzo, direttore della Compagnia, gli presentò Bodini, del quale Camilleri conosceva già La luna dei Borboni. Nel ’56 era uscito il suo secondo libro di versi, Dopo la luna, che aveva vinto il Premio Carducci e a questo proposito lo scrittore leccese gli raccontò una storia.