di Guglielmo Forges Davanzati
La più frequente posizione politica di contrasto al progetto di cui alla Legge Quadro del Ministro Calderoli di accelerazione dell’autonomia differenziata consiste nell’accettazione del progetto subordinato, però, alla costruzione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP). I LEP sono indicatori che quantificano il livello delle prestazioni rilevanti, così che siano uniformi su tutto il territorio nazionale. La previsione di livelli essenziali per la fornitura di prestazioni da parte dello Stato centrale avviene con la legge 833/1978, istitutiva del servizio sanitario nazionale (i livelli uniformi di assistenza) e viene successivamente estesa ai LEP, con la riforma del titolo V della Costituzione di cui alla legge 3/2001 Alla luce degli sviluppi conseguenti alla diffusione della bozza Calderoli, è utile riprendere questo riferimento normativo, per verificarne la fondatezza ai fini di una migliore comprensione della traiettoria che assume la proposta governativa. La legge di bilancio del 2022 prevede l’attuazione del progetto autonomista anche nell’assenza, nel caso di mancata approvazione dei LEP, della specificazione dei livelli essenziali delle prestazioni. SVIMEZ è recentemente intervenuta (dicembre 2022) a richiamare l’attenzione sulla inopportunità – per il rispetto della Costituzione – di avviare il progetto federalista senza l’adeguata dotazione di finanziamenti alle Regioni per garantire l’uniformità dei servizi su scala nazionale. Lidia Cavallari dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio scrive che “Tutta l’operazione sembra limitarsi a sistematizzare l’esistente, assumendo come LEP i servizi che sono già previsti dalla normativa o comunque sono offerti sul territorio”. L’inganno dei LEP appare, dunque, smascherato nella forma più “pura” del progetto autonomista.