Manco p’a capa 116. Il disastro di Ischia: lo sapeva già Humboldt!


Abbiamo grandi risorse per la transizione ecologica. Le regioni del sud, inoltre, ricevono da lunghissimo tempo enormi risorse europee, in gran parte non spese. Colpa loro, ma non completamente. A volte queste risorse sono attribuite come cofinanziamento: ti do 100 se tu ci metti 20. Ma se non ho i 20 che faccio? I comuni sono indebitati. Possono tentare qualche acrobazia amministrativa per mettere quanto più possibile sul piatto della bilancia, ma spesso non riescono, e quindi perdono le risorse. I bandi europei, poi, sono complessi e le amministrazioni comunali (a volte anche quelle regionali) non hanno personale addestrato per comprenderli, e per allestire proposte progettuali di successo. A volte ottengono i fondi, soprattutto se mediati dalle regioni, ma poi ci sono grandi problemi di rendicontazione. Lasciamo perdere la corruzione o, semplicemente, lo spreco dovuto a incompetenza e clientelismo.
Comunque non bastano i soldi. Servono la volontà politica di spenderli in un certo modo e, soprattutto, di affidare i progetti e i lavori a persone competenti. Di solito si affidano a persone “fedeli” a chi ha la possibilità di stanziare i finanziamenti.
Le alluvioni non sono tipiche del sud: quelle del Polesine, Firenze e Genova sono proverbiali. Il caso di Ischia è particolare perché la consistenza del terreno è particolare, ma in molti altri posti il dissesto è dovuto, ad esempio, alle bonifiche di mussoliniana memoria. Le lagune costiere erano “malsane”, serbatoi di malaria, e furono interrate per sanificare l’ambiente e renderlo coltivabile. Le poche rimaste sono oggi oasi protette. Le lagune sono una spugna che assorbe l’acqua in eccesso e mitiga gli effetti di piogge intense. Se fa caldo, inoltre, i ghiacciai invece di formarsi si sciolgono, l’acqua che cade dal cielo non diventa ghiaccio, per essere liberata gradualmente con l’arrivo del caldo, ma scende impetuosamente a valle. Dove non ci sono lagune ad assorbirla, ecco le frane e le alluvioni. Gli ischitani che pagano con la perdita della vita o della casa non se la sono cercata. Hanno fatto quello che fanno molti, troppi italiani e hanno solo la sfortuna di averlo fatto in un posto più pericoloso di altri. Senza avere la cultura, come tutti, per capirlo. Se un politico dovesse proporre, in campagna elettorale, di abbattere le case abusive e un altro proponesse di condonare tutto, chi vincerebbe? Votereste chi vi vuole abbattere la casa?
Non può essere il sindaco a decidere gli abbattimenti.
E qui veniamo all’uso distorto della democrazia. Siamo un paese con elevatissima evasione fiscale. Una percentuale significativa di italiani non paga le tasse, o non paga il giusto rispetto a quello che guadagna. Gli evasori votano. Se, per assurdo, un partito dovesse proporre agevolazioni per chi non paga le tasse avrebbe molti voti. E, sempre per assurdo, lo stesso partito potrebbe anche proporre condoni per chi ha costruito abusivamente.
L’illegalità diventerebbe legale. Il risultato sarebbe che il bilancio dello stato andrebbe a rotoli, il debito pubblico aumenterebbe, e il dissesto ambientale ucciderebbe e devasterebbe. Le leggi inventate dall’uomo possono rendere legale l’illegale, ma non sono più cogenti delle leggi della natura, non le possono superare.
Noi continuiamo a predicare nel deserto. Ma non ci si potrò dire: come mai non ci avete avvertiti?
E ora aspettiamo la prossima catastrofe, per ripetere la solita litania.

[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 28 novembre 2022]

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