di Antonio Devicienti
Il mondo fece credere inadatto il Principe di Perfezione.
Bucò l’acqua della sua Sapienza Dolce per dividerla nei terreni paludosi
e farne cibo per i molti.
Lei nel sonno di bambina, dita al pianoforte, silenzi e solitudini delle lunghe
estati.
I codici aprivano. Preparavano i giorni senza calendario, novilunio taciturno.
Notti bianche e corte, la distanza delle stelle. I numeri dell’Acqua.
Calmo il suo tormento al mondo, così poco indaffarato e scalzo: pioggia di
cuori, offerta sacra e prima negazione.
Altri anni e luoghi paralleli li sapevano gemelli, integri nello spazio delle
larve, voci morte. Lei non venuta al mondo, alga espansa, contorni incerti per
l’ordine dei tempi. Lui incarnata volontà di ciò che è vivo nelle cose morte.
Ritornerà a me, ritornerà nel lago di Silenzio.
Non ho cantato che per la fresca e splendida mattina che tutto ha preceduto
Che quelli di Salvatore Toma, di Claudia Ruggeri e di Antonio Leonardo Verri non siano gli ultimi nomi della poesia d’area salentina è cosa acclarata e che l’etichetta di “poeti maledetti salentini” sia stupida e fuorviante è, per me, un’ovvietà; si legga allora, tra le scritture più originali e persuasive di questi nostri anni, quella di Ilaria Seclì cui dedico questo breve Inchiostro.
Ho trascelto tra i molti, che pure amo, proprio questo testo perché mi appare acceso (e illuminato) da una tensione intellettuale e psichica che dimostrano come la poesia possa essere ancora energia, creatività, danza del vivere e del pensarsi vivere – e non solo sapiente tecnica o sfida del e nel linguaggio.
Sempre c’è nella scrittura di Ilaria un’opposizione agonica tra l’aspirazione dell’io poetante e il reale quando quest’ultimo cerchi di prevalere, volgare e mercantile – ecco allora che la figura in qualche modo mitica del “Principe di Perfezione”, pur diffamato dal “mondo”, può dissetare e sfamare molti, mentre “lei” (Ilaria stessa? la poesia?) attende, sogna, ascolta e legge l’acqua (anzi: l’Acqua), elemento e presenza fondante di tutta la scrittura di Ilaria Seclì.
Il condursi del discorso e della sintassi, immaginifico e direi oracolare, imbastito per accostamenti privi di trapassi logici, ma affidati all’intuizione e all’immaginazione, attraversa le regioni oscure della pre-vita e della pre-lingua, dialoga, come ogni scrittura di valore, col silenzio nutrendolo e nutrendosene, respira in regioni acquatiche e amniotiche, cerca il canto che celebri la vita.
Chi desiderasse approfondire può trovare al “link” seguente ulteriori suggestioni:
Il “blog” di Ilaria Seclì è Le ragioni dell’acqua https://leragionidellacqua.wordpress.com/
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