L’arte di Paola Montanaro

Paola Montanaro (Massafra, 1969) è giovane e lo si percepisce dai soggetti che dipinge con la sua carta appiccicosa o con le sue schegge di colore ricavate con i più moderni strumenti che la tecnologia ci offre. Sperimentatrice, rimodella l’arte riprendendo i lavori lasciati in sospeso dal gruppo della Pop Art italiana e mondiale del XX Sec.; visionaria re-interpreta, a suo modo, i motivi di Schifano, Festa, Burri, Warhol riconfermando ancora una volta il valore soprannaturale dell’arte quale segno celeste di una società che evolve, sempre! Come la lingua di un popolo, l’arte cambia aspetto, ma non smette mai di comunicare. Infiniti modi di intendere la forma, il colore, adeguandosi al mondo attraverso nuove ed inimmaginabili chiavi di lettura.

La Montanaro si cimenta con il “tutto” provando, così, a mettere ordine nel “Caos” della modernità e ridando equilibrio alle forme che, nelle sue opere, ritrovano un senso ormai perduto. I suoi “Tableaux” (Collage-art, WPAP, Grafiche) sono la dimostrazione tangibile di quanto l’uomo sia in grado di riprendere in mano le redini della propria esistenza. Di governare la materia plasmandola a proprio piacimento pur mantenendo inalterato il mondo che lo circonda e ridando un senso alle cose. Insomma, la capacità dell’individuo di portare avanti un progetto proprio e a dispetto delle mode, delle correnti e dei format. Perché l’uomo, l’arte, la vita … non si possono inscatolare!

Silenzi, imago e logos[1]


Frida – Paper collage – carta e colla su tela, 80×80 cm, 2018 (con ritocco “mascherina” 2020)

L’arte per non smettere di dire «Basta!» alla violenza sulle donne

Terra, Aria, Acqua, Fuoco … Arte, quinto elemento della natura dell’Uomo, della Donna. Elemento di congiunzione, trait d’union tra tangibile ed etereo, tra il genere umano e la sua origine divina, Dio!

L’immagine torna padrona della tela, la parola diviene logos, e si fa spazio tra le pieghe del colore. Il noumeno e il fenomeno non sono più materia filosofica ma oggetti da scomporre (ritagli di carta colorata) e ricomporre in un’opera d’arte, in un’immagine Pop, come noi, che siamo forma e sostanza degli elementi: Terra, Aria, Acqua, Fuoco … Arte.

«Uno strappo, fai silenzio


Wall – Tecnica mista – 120×100 cm (2019).

una donna, … la notizia

non tacere, … la violenza

una donna, il suo strazio …

dammi carta, dammi colla

… voglio spazio»!

La Montanaro non tace. L’Arte che denuncia. L’opera d’arte fa propaganda sociale, non è cosa nuova, è già accaduto, ma questa volta il fine è supremo, evolvere. L’arte non può tacere, l’arte parla, lo ha sempre fatto e Paola nelle sue tele unisce, in un diagramma concettuale, il moderno al contemporaneo, l’immagine alla parola. È così che i significati arcaici di Imàgo e Lògos si trasformano in un autoritratto piangente. Parole scritte su ritagli di giornale non possono restare nell’impronunciato, nell’impronunciabile, devono divenire manifesto, memoria, opera divina (Opus Dei).


No panic – Tecnica mista – 100×100 cm (2020).

Stralci di giornale, riviste divenute ormai cartastraccia … la materia si trasforma, l’Artista si reinventa, cambia, modifica e aggiorna la sua arte e tutto ciò che la circonda. E così ai già concettualizzati Spazio, Forma e Poetica aggiunge la Denuncia, e la sua nuova Pop-Art diviene fenomeno di una società critica …anche con sé stessa!

«Violenza, stupro, Sul corpo delle donne, chiedi AIUTO … Quegli atti d’amore dietro i diritti negati», parole e ancora parole, ci vogliono atti concreti, forza, strappi. L’artista piange. La sua Arte è la sua forza, la sua condanna, il suo grido: «… non siete sole, non dovete più tacere!».


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[Paola Montanaro, il nuovo si muove nella “sua” Pop Art in Puglia&Mare a. V, n. 18-19, rubrica il Cavalletto, giugno 2017; Paola Montanaro inoltre è l’autrice dell’opera in copertina di questo numero di Puglia&Mare raffigurante il faro di Capo d’Otranto].


[1] L’opera Silenzi di Paola Montanaro ha partecipato al concorso letterario – Artemusa 2019 Ut Pictura PoesisCome nella Pittura così nella Poesia, ed è stata esposta dal 4 al 25 maggio 2019 a Lecce, presso la Galleria d’Arte Germinazioni IVª.0 accompagnata dal testo Silenzi, imago e logos;

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