Leggendo questo libro ho pensato ad una signora di mia conoscenza che qualche tempo fa, stufa degli oggettini accumulati in molti anni sulla credenza del salotto di casa, ricordi di viaggi, bomboniere ed altre cianfrusaglie, un bel giorno volle sbarazzarsene e li consegnò ad un gestore d’un mercatino dell’usato. Ma due giorni dopo fu presa dalla nostalgia delle sue cose e volle riaverle. Aveva firmato un contratto e fu costretta a riacquistarle. Erano le sue cose e non poteva rinunciarvi senza rinunciare a se stessa.
Forse, mi sono detto, se esistono persone come questa, le non cose non hanno ancora prevalso. Speriamo che sia così!
[“Il Galatino” anno LV n. 18 – 11 novembre 2022, p. 6]
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