di Adele Errico
Nel suo ultimo romanzo dal titolo Avere tutto (Einaudi 2022) Marco Missiroli descrive esistenze che danzano leggere come il vento sulle spiagge di Rimini, il luogo nel quale i personaggi del romanzo si muovono, nelle orecchie costante il brusio del mare. Sandro, figlio, e Nando, padre, si immergono l’uno nella vita dell’altro in un romanzo di muscoli, sangue e nervi che sembra configurarsi come un’anatomia del ritorno. Sandro torna a Rimini, torna a casa, da una “Milano, che confonde i destini dei singoli nella fretta degli altri”, per ritrovare suo padre che è sempre lo stesso ma è anche diverso, proprio come è sempre la stessa Rimini, con i suoi gabbiani silenziosi, la sabbia umida e i turisti che arrivano a giugno e vanno via a settembre. E gli amici, sempre gli stessi, ma anche diversi, con le vite sfasciate e rammendate, ma con una luce negli occhi che è la stessa di quando erano ragazzini. In un tempo della storia che è uno sfumare di stagioni, da giugno a novembre, i corpi del romanzo brillano e appassiscono in un continuo alternarsi di passato e presente, di flashback taglienti che spezzano il rumore di fondo della quotidianità. La scrittura di Missiroli, in questo nuovo romanzo, svela il mistero che si cela dietro ai gesti più abitudinari: la sua prosa, come “la bava di mare” delle sterminate spiagge di Rimini, va e viene alternando lentamente una dimensione tutta concreta, tangibile, fisica, la dimensione del tatto e della vista, quella di una carezza, del prendere il proprio padre tra le braccia per sorreggerlo – ma chi è, davvero, a sorreggere chi? (“ci sorreggiamo sulle scale”) -, a una dimensione di barbaglio interiore, illuminazione esistenziale, fredda consapevolezza, sasso che, con un tonfo, si accascia sul fondale. Sandro torna a Rimini e mentre il Nord gli “sfuma in testa”, osserva la sua terra e osserva suo padre e, mentre “nòstos”e “àlgos” si intrecciano, sembra vedere per la prima volta, sotto una nuova luce, se stesso. In questo romanzo passato e presente, non solo si alternano, ma si rincorrono; i fantasmi del passato si muovono concreti in mezzo agli altri personaggi, tangibili, visibili.