di Antonio Lucio Giannone
Il recente volume di Gino Tellini, Palazzeschi (Roma, Salerno Editrice, 2021), è senza dubbio la monografia più ampia, completa, aggiornata e approfondita apparsa finora sullo scrittore fiorentino, considerato tra i maggiori del Novecento. E di ciò non bisogna meravigliarsi perché l’autore, Gino Tellini, docente emerito dell’Università degli Studi di Firenze, oltre ad essere un maestro degli studi letterari, è il massimo specialista dell’opera palazzeschiana a cui ha dedicato oltre tre decenni della propria attività anche in qualità di presidente del Centro Studi Palazzeschi. Fra l’altro, ha curato e scritto l’Introduzione per i due “Meridiani” della Mondadori che raccolgono Tutti i romanzi dello scrittore (2004 e 2005). In questo libro dunque Tellini passa in rassegna tutta la sua produzione, da I cavalli bianchi, la sua prima raccolta poetica del 1905 fino a Via delle cento stelle, del 1972, quindi oltre sessant’anni di attività letteraria, non trascurando nemmeno le opere inedite in vita e quelle meno note.
Ripercorriamo anche noi allora l’iter creativo di Palazzeschi seguendo le tracce di questo libro che è diviso in dieci capitoli. Nel primo di essi viene delineato un sintetico ma efficace profilo biografico nel quale la vita di Palazzeschi si divide in quattro periodi: la giovinezza (1885-1914); tra le due guerre (1914-1940); da Firenze a Roma (1941-1965); la sorprendente vecchiezza (1966-1974). Nel secondo capitolo si entra già nel merito della produzione palazzeschiana esaminando le prime raccolte poetiche (I cavalli bianchi, 1905; Lanterna, 1907; Poemi, 1909), nelle quali emergono alcuni temi che saranno costanti della sua opera, come quelli del fuoco e dell’incendio. Ma soprattutto con queste raccolte l’autore attua un processo di desublimazione della poesia italiana, rifiutando la retorica carducciana e dannunziana anche attraverso la cancellazione dell’io che Tellini giustamente mette in rilievo. Egli, d’altra parte, non si limita a tratteggiare le caratteristiche generali di queste opere, ma spesso compie analisi particolareggiate di alcune composizioni famose che sono presenti anche sulle antologie scolastiche, dove però sono spesso banalizzate: Chi sono?, Rio Bo, La fontana malata.