“CONTINGENTIA” alla GALLERIA GERMINAZIONI IVª.0 di Otranto

Questo ed altri aspetti sono stati esaminati sabato 8 ottobre 2022 nel corso della presentazione nella sede di Otranto della Galleria GERMINAZIONI IVª.0 di Mirella Coricciati della mostra collettiva “Contingentia”, a cura del sottoscritto, in programma fino al 29 ottobre, che ha riunito otto artisti, per la maggior parte già insieme nelle edizioni passate di Syncronicart, Biennale d’arte contemporanea nel Salento (dal sottoscritto sempre curata). Così tre scultori Giovanni Carpignano, Antonio Giaccari, Luca Palma e cinque pittori Corrima, Antonio Luceri, Gaetano Minafra, Maria Luce Musca, Eva O (Orszagh), hanno avuto modo di confrontarsi e di esporre le proprie opere in uno spazio prestigioso, mantenendo tuttavia la propria autonomia artistica, visto che trattasi di una mostra non tematica, concepita in questo modo allo scopo di non vincolare né limitare la vena ispiratrice dei singoli.

Antonio Luceri, S-Quarto Stato, 2013      
décollage su tela, cm 80×100.                

La mostra, organizzata in collaborazione con l’associazione culturale Progetto-Artec, si va ad inserire nel calendario già ricco di eventi della galleria, facendo seguito ad ART shopping LIVE 2022, che nel corso dell’estate appena trascorsa ha riscosso grande successo sia per il modello espositivo proposto, che vede la galleria come un contenitore culturale reale e non virtuale, sia per la qualità degli artisti presenti.Contingentia si adatta perfettamente a questo modello espositivo, mentre già dal titolo si evince che trattasi di una collettiva nata con lo scopo di indagare, tra l’altro, i possibili legami tra arte e filosofia. Dal punto di vista filosofico conosciamo quanto l’argomento sia stato oggetto d’indagine da parte dei pensatori di ogni tempo, da Aristotele, il quale, distinguendo tra necessità e caso, ha avuto un approccio “a priori”, a Tommaso d’Aquino, che molti secoli dopo ha assunto un atteggiamento “a posteriori”, partendo al contrario dalla natura contingente per risalire all’Assoluto. In seguito Leibnitz ha parlato ancora di “verità di ragione”, necessaria, e di “verità di fatto”, contingente, destinate a convergere in Dio, come anche Spinoza, che affermava che in Dio, Sostanza causa sui, venisse a coincidere tutto il creato. Alla dottrina aristotelica si è rifatto anche Kant, allorché ha esaminato l’essenza Noumenica, trascendente, da opporre alla natura Fenomenica, contingente. Hegel al contrario ha assunto un atteggiamento negazionista nei confronti della trascendenza, dal momento che l’Assoluto coinciderebbe con il mondo. In epoca più moderna Boutroux ha fondato il “contingentismo”, secondo cui gli eventi naturali si evolvono in maniera imprevedibile e non secondo linee definite, corrente seguita anche da Bergson, con il suo vitalismo. Il riferimento alla mostra ed agli artisti presenti è effettivamente di natura filosofica. Come per molti filosofi contingente e trascendente, caso e necessità, raramente risultano separati in maniera netta, anche nell’arte questa demarcazione appare altrettanto flebile, essendo l’artista una creatura privilegiata e sensibile, capace di stabilire un contatto tra naturale, immanente e mondo soprannaturale. Anche la scelta di questi artisti piuttosto che altri può considerarsi in un certo senso parte dello stesso meccanismo casuale, appunto contingente, che spesso guida e stabilisce le dinamiche delle relazioni

nonchè i processi di conoscenza. Spetta al fruitore cogliere nelle opere selezionate quel sottile legame tra contingente e trascendente che spesso equivale al mondo interiore ed al circuito emozionale di ogni artista, in un messaggio che da individuale tende a divenire universale. Alcuni artisti appaiono sbilanciati sul versante della contingenza, come Luceri, per il quale i décollages, di cui è interprete magistrale sulla scorta di esempi illustri della storia (come i nouveaux réalistes Rotella, Hains e Villeglé), sono spesso oggetto di cronaca e cronistoria di accadimenti storici e contemporanei, ma anche riferimenti all’arte del passato.

Ed anche Musca, in cui la visione del paesaggio contingente è espressa sempre più dinamicamente, come ebbi modo di anticipare anni orsono nella personale Espressioni Dinamiche al Museo Diocesano di Gallipoli.


Maria Luce Musca, Visioni dal mare, 2022
acrilico e pastelli su tela, cm 40×50.

Ora la pittura certamente si è fatta più stilizzata, ricca di riferimenti futuristi, mentre il colore tende a   prendere il sopravvento.

O ancora Minafra, che privilegia i colori e la materia del contingente, inserendo a volte inequivocabili riferimenti alla natura ed al proprio territorio, tributo alla sua esperienza figurativa che riaffiora di tanto in tanto, le farfalle, i fichi d’India, la simbologia sacra, in assemblaggi compositivi complessi. Anche tematiche attuali, come lo scioglimento dei ghiacciai, sembrano sensibilizzarlo alquanto.

Altri artisti si pongono sulla linea di confine tra contingenza e trascendenza.

Per Carpignano la contingenza è memoria arcaica espressa in scultura, con recupero e rielaborazione di attrezzi ed elementi della civiltà contadina. Le incisioni e figure rupestri basiliane divengono “Santi Anonimi”, ancora non identificati, ma sicuramente sacrali nella simbologia.


Giovanni Carpignano, Santo Anonimo, ferro.

Come anche in “Triade” dal portamento ieratico, o in “Mater mediterranea”, in cui la terra è la madre generatrice dei frutti. Palma invece ha un rapporto più scanzonato con l’arte ed il contingente, che vengono a convergere nella figura dello stesso scultore in un eterno gioco creativo. Seguace della Bauhaus di Gropius, si muove tra arte e design operando sul ferro, e sul metallo in genere, traendo ispirazione spesso dalla natura. Il cavallo è un motivo ricorrente, dal significato simbolico forte, che suggerisce libertà e velocità, capace di trasportare l’uomo verso il mondo soprannaturale.

Anche Eva O (Orszagh), artista polacca di origine, salentina d’adozione, alterna in chiave neo-pop momenti sacrali più espliciti, come nel caso della “Vergine della speranza” dove l’uso della bidimensionalità e delle foglie d’oro e d’argento richiama le icone bizantine o della cultura ortodossa, ad altri ironici ovvero tendenti verso la mitizzazione pop, come nel caso della “Marilyn” contaminata dalle api, anch’esse cariche di simbologia, o ancora , come nel caso del “Lion”, verso il dualismo esistenziale.


Antonio Giaccari, Omphalòs, pietra leccese.

Per Giaccari la scultura è sperimentazione continua ma anche occasione per una riflessione interiore e profonda, quasi spirituale, sempre molto sentita, che da anelito metaforico verso il cielo del gabbiano di “Libero”, diviene anche germoglio che sboccia dall’elica del DNA in “Germinazione”. Nella storica “Omphalòs” la chiave di volta dei trulli salentini diviene ombelico capace di mettere in comunicazione, grazie ad un foro praticato nel blocco di pietra leccese, mondo immanente e trascendente. Corrima si pone sul versante espressionista che per sua natura sfuma dal contingente al trascendente, secondo il modello che va dalla tradizione storica di Munch fino alla transavanguardia di Cucchi. La figura efebica fa scaturire dalla bocca del suo sax assieme alle note un getto di scintille colorate che si materializzano alla fine nella luna, in un’atmosfera eterea, sognante, quasi surreale.

Eva O., Vergine della speranza, 2022, acrilico, oro 23,5K oro bianco, foglie argento colorate Swarovski, 100×60.
Corrima, Boy and moon, 2022, olio su tela, 130×85 cm.
Luca Palma, Furius, basso rilievo, alluminio cesellato, 70×70 cm.
Gaetano Minafra, Ghiacciaio, 2022, polimaterico su tavola, 77×77 cm.
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