Nuove segnalazioni bibliografiche 2. Il guerriero Orsini

di Gianluca Virgilio

Per molti anni, la domenica mattina, non vedevo l’ora di recarmi in edicola per comprare “Il Messaggero”, quotidiano che si pubblica a Roma; e non per altro, se non perché nelle pagina dedicata ai commenti, compariva l’articolo di Alessandro Orsini sotto la rubrica “Atlante”. La lettura delle due colonne firmate da questo professore associato di Sociologia del terrorismo e Direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss, di cui non conoscevo neppure il volto, avevano il potere di chiarirmi le principali questioni internazionali, la crisi afgana, quella libica, i rapporti tra le potenze, il Medioriente, ecc., secondo i principi ineludibili della geopolitica. Improvvisamente, dopo il 24 febbraio 2022, con mia grande delusione, non ho trovato più l’articolo di Orsini e così non ho comprato più quel giornale. Poi, dal 18 marzo, ho potuto rileggere, il martedì, gli articoli di questo professore su un altro quotidiano, “Il Fatto Quotidiano” diretto da Marco Travaglio, il che continuo a fare con grande utile e diletto. Ma che cosa era successo? Semplice: era scoppiata la guerra tra l’Ucraina e la Federazione Russa e la posizione di Orsini sulla questione non era piaciuta alla direzione de “Il Messaggero”. Dunque, Orsini aveva dovuto sloggiare. Di cosa era imputato il professore della Luiss? Solo di aver pensato, detto e scritto, che sì, la Federazione russa aveva invaso l’Ucraina, ma che si era trattato di una reazione russa all’invadenza della Nato, che da strumento difensivo del patto atlantico si era trasformato, dopo il 1991 (fine dell’URSS) in uno strumento offensivo fino a minacciare Mosca ai suoi confini. Dunque la cosiddetta operazione speciale della Federazione russa non è da considerare solo un’azione, bensì una reazione e la guerra tra Ucraina e Russia in realtà è da ritenersi una guerra per procura tra Nato (e UE) e Russia. Orsini si dichiara atlantista, ma questo non basta al fondamentalismo atlantista, e dunque quello che qualsiasi persona di buona fede riconosce come vero deve essere negato, a costo di distorcere la verità fino alla più bieca menzogna. E’ quanto ha fatto e continua a fare la maggior parte della stampa e dei media italiani, sicché il cittadino che voglia sapere come stanno le cose stenta a ricevere qualche informazione attendibile, che può derivare solo da rari canali di controinformazione semiclandestina.

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