Zibaldone galatinese (Pensieri all’alba) XLVI

di Gianluca Virgilio

Il femminicidio non è altro che una delle forme del cannibalismo. Ritrovata cadavere, uccisa e fatta a pezzi a Bornonel Bresciano…

È l’ultima notizia della mostruosità umana, che mi perviene proprio mentre leggo le parole di Emilia nell’Otello III iv di Shakespeare, nella traduzione di Salvatore Quasimodo:

“Uno o due anni non bastano per conoscere un uomo.

Gli uomini sono soltanto stomaco e noi donne,

per loro, siamo solo cibo. Ci mangiano avidamente

e quando sono sazi ci rigettano.

***

Come animali. Scrive Denis Diderot, Satira prima, in Opere filosofiche, romanzi e racconti, Bompiani, Milano 2019, p. 2175: “Non avete notato, amico mio, che tale è la varietà di quella prerogativa propria di noi uomini che si chiama ragione, che essa da sola corrisponde a tutta la diversità degli istinti animali? Da ciò nasce il fatto che sotto la forma bipede dell’uomo non c’è alcuna bestia, innocente o malevola che sia, nell’aria, nel fondo delle foreste, nelle acque, che voi non possiate riconoscere. C’è l’uomo lupo, l’uomo tigre, l’uomo volpe, l’uomo talpa, l’uomo porco, l’uomo pecora e quest’ultimo è il più comune. C’è l’uomo anguilla, stringetelo quanto vorrete, vi sfuggirà; l’uomo luccio, che divora tutto; l’uomo serpente, che si ripiega in cento maniere diverse; l’uomo orso, che non mi dispiace; l’uomo aquila, che plana nell’alto dei cieli; l’uomo corvo, l’uomo sparviero; l’uomo e l’uccello da preda. Nulla di più raro di un uomo che sia uomo tutto d’un pezzo; nessuno di noi che non dipenda un po’ dal suo analogo animale.”

Così Diderot stabilisce la nostra natura animale. La ragione si accompagna all’istinto animale, è inseparabile da esso, ed anzi la sua qualità è meglio definibile attraverso l’istinto animale che le corrisponde. Vero è, d’altra parte, che siamo noi uomini ad attribuire ad ogni animale una caratteristica della nostra ragione, poiché siamo noi che vediamo in ognuno di essi il nostro istinto animale. Diciamo che la volpe è furba, che la tigre è aggressiva e che l’anguilla è sfuggente, ecc., perché noi siamo furbi, aggressivi, sfuggenti, ecc., con ciò riconoscendo la nostra appartenenza al mondo animale, da cui pensiamo di esserci allontanati senza in realtà essercene distaccarcene completamente. Siamo come animali. Nel come è tutta l’ambiguità, l’indecifrabilità della nostra condizione.

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