di Ferdinando Boero
La crisi energetica generata dal conflitto tra Russia e Ucraina ha reso problematica la disponibilità di combustibili fossili, soprattutto gas: occorre far fronte all’emergenza. Il bonus edilizio è un’efficace risposta a Putin perché l’efficientamento energetico delle abitazioni riduce la nostra dipendenza da chi ci vende combustibili fossili. La transizione ecologica verso le rinnovabili è un’ulteriore risposta che, una volta completata, ci renderà indipendenti da forniture esterne. I sistemi di produzione e stoccaggio delle rinnovabili devono migliorare, e i fondi del PNRR devono servire anche a questo. Dieci anni fa le rinnovabili erano pannicelli caldi per “curare” la nostra fame di energia. Oggi queste tecnologie sono molto avanzate e già una parte rilevante del fabbisogno energetico è soddisfatta da una varietà di sistemi di produzione basati su sole, vento, moto ondoso, flusso fluviale, maree, geotermia.
Nel frattempo, in attesa del completamento della transizione, continuiamo a dipendere dai fossili. Il compromesso del gas in sostituzione di altri combustibili fossili più inquinanti motivò la mia posizione positiva sulla realizzazione del TAP (Trans Adriatic Pipeline) che avrebbe portato il gas dell’Azerbagian nel nostro paese. Il Movimento 5 Stelle si oppose ma, una volta al governo, cambiò idea e permise la realizzazione del gasdotto, una soluzione tampone per l’emergenza attuale. Non condivido affatto, invece, la proposta di trivellare i nostri mari alla ricerca di combustibili fossili. La posizione negativa rispetto all’individuazione prima e allo sfruttamento di eventuali giacimenti poi, fu reiterata sia a livello governativo, con l’azione del ministro Costa, sia a livello regionale. Trivellare i fondali marini alla ricerca di combustibili fossili va contro la transizione ecologica e ci fa tornare al passato.