Messapi, dunque, era il nome con cui i Greci indicavano le genti stanziate nella penisola salentina; ma, in realtà, non sappiamo se essi stessi si indicassero con questo o con altro termine, tanto che gli autori antichi, greci e romani, hanno tramandato altre varianti: Iapigi, Calabri, Sallentini. La civiltà messapica si definì a partire dalla prima età del Ferro, in seguito all’apporto di elementi esterni, greco-egei ed illirico-balcanici, sul sostrato indigeno. Già nel II millennio prima di Cristo le popolazioni della Puglia meridionale avevano intrattenuto scambi e rapporti con le genti della penisola balcanica, ma fu soprattutto a partire dagli anni intorno all’800 a.C. che il fenomeno della colonizzazione greca stimolò profondamente lo sviluppo delle comunità apule.
Nel corso degli anni è stato possibile definire tanti aspetti di questa civiltà, e tanti altri ancora dovranno essere studiati nei prossimi anni, perché la ricerca non si ferma mai, anche se raramente si dispone di risorse adeguate. Nuovi filoni di ricerca, ad esempio, riguardano lo studio della mobilità nel passato attraverso le indagini scientifiche come l’analisi degli isotopi dello stronzio presenti nei resti scheletrici. Insieme alla dott.ssa Giorgia Tulumello, grazie a collaborazioni con prestigiosi laboratori scientifici, cerchiamo di implementare questo metodo che consente di riconoscere la prima acqua bevuta dai neonati.
Per fare il punto della situazione sulle conoscenze della civiltà messapica, nello scorso mese di luglio è stata promossa una Summer School, la prima mai realizzata sul tema: “I Messapi. Epigrafia, lingua, archeologia, storia”. L’iniziativa è stata sviluppata nell’ambito di una collaborazione tra l’ente di ricerca “Alteritas. Interazione tra popoli” e l’Università del Salento, con un ampio coinvolgimento di studiosi del Dipartimento di Beni Culturali, sotto la direzione scientifica di chi scrive e della dott.ssa Simona Marchesini.
La Summer School è stata organizzata in maniera da garantire lezioni e conferenze ed attività didattico-seminariali nel corso di una prima settimana, svolta in modalità telematica, su piattaforma “zoom”, e laboratori tecnico-pratici nel corso della seconda. La formula adottata ha consentito che prendessero parte all’iniziativa giovani studiosi di ogni parte d’Europa, provenienti dalle università di Oxford, Harvard, Paris-Sorbonne, Gent, Leiden, Atene, Ioannina, Milano, Firenze, Siena, Roma e Bari, oltre che da Lecce.
La parte teorica della Summer School è stata dedicata alla storia dei Messapi, all’analisi dei testi antichi greci e latini, all’archeologia dei Messapi nel periodo compreso tra l’età del Bronzo e la conquista romana del Salento. Un’ampia parte del corso è stata riservata alla linguistica messapica, grazie al contributo della dott.ssa Simona Marchesini, esperta di fama internazionale nello studio delle lingue frammentarie, la quale a lungo si è dedicata allo studio delle iscrizioni in lingua messapica presso l’Università di Tübingen. Sono stati sviscerati i temi dell’alfabeto, dell’epigrafia e della numismatica, del sistema onomastico e delle formule grammaticali e sintattiche. In questo ambito, e grazie al contributo dei più giovani studiosi, è stato possibile sviluppare nuove ipotesi sul sistema dei nomi ed anche sulle espressioni di dedica nel culto e nei rituali funerari.
Una nuova e più articolata possibilità lettura dei testi antichi è derivata anche, e soprattutto, dall’esame diretto dei documenti antichi. Presso i Musei di Alezio, Vaste e Lecce e nell’area archeologica di Monte d’Elia ad Alezio i partecipanti alla Summer School hanno analizzato direttamente oggetti antichi contrassegnati da testi in lingua messapica. Iscrizioni del tutto enigmatiche, per cui si ipotizzavano errori di scrittura, o testi incomprensibilmente riferiti a individui con posizione marginale nella società, come gli schiavi, hanno potuto essere valutate in una luce del tutto nuova, tanto che sono stati impostati lavori scientifici destinati alla pubblicazione su riviste internazionali.
L’organizzazione della Summer School è stata possibile grazie al contributo del Comune di Alezio ed al sostegno della Città di Poggiardo: i sindaci Andrea Barone e Antonio Ciriolo hanno dimostrato grande sensibilità nei confronti della storia del territorio e sono stati particolarmente ospitali nell’accogliere i giovani ricercatori.
Grazie all’apprezzamento dimostrato dai partecipanti è già stata avviata la progettazione dell’edizione 2023 della Summer School.
Le attività condotte presso Monte d’Elia rientrano nelle ricerche condotte in regime di concessione ministeriale MIC (1023 del 26/09/2019 – funzionario responsabile dott. Giuseppe Muci, soprintendente arch. Francesca Riccio).
[“La Repubblica – Bari” del 14 agosto 2022]