Manco p’a capa 105. Le tasse sono una cosa bellissima

di Ferdinando Boero

Tutte le mattine ascolto Prima Pagina, su Rai Radio 3. Questa settimana c’è un giornalista de Il Sole 24 Ore che ci informa che i giornalisti del Sole sono i migliori del mondo. Legge un articolo di Roberto D’Alimonte, nel suo campo il massimo esperto mondiale. Mi colpisce una sua affermazione: metà degli italiani vive alle spalle dell’altra. Metà degli italiani non paga le tasse. L’altra metà che le paga provvede ai servizi anche per chi non le paga, tipo l’istruzione, gli ospedali e tanto altro che si realizza con i soldi delle tasse.

Tommaso Padoa Schioppa scrisse che le tasse sono una cosa bellissima, innescando l’ilarità generale. Ora, dato che in democrazia uno vale uno, è chiaro che l’elettorato di chi non paga le tasse è di riferimento per alcuni partiti. E infatti abbiamo chi propone la flat tax, i condoni fiscali, la rottamazione delle cartelle, il rientro agevolato di capitali esportati e altri premi per gli evasori. Per non parlare della promessa continua di abbassare le tasse. Le frodi fiscali sono medaglie al merito per questo elettorato. Berlusconi disse che le tasse sono talmente opprimenti che è giusto non pagarle. Ci sono i fessi che le pagano, anche perché non possono farne a meno, e ci sono i furbi che ne approfittano. Questo è un problema per la democrazia, perché se chi evade le tasse vota per chi garantisce impunità agli evasori fiscali e vince le elezioni, la cosa pubblica è gestita dai ladri.

Come ovviare a questo problema senza instaurare una dittatura? Intanto chi non evade dovrebbe votare per partiti che non fanno queste promesse elettorali. I ladri, però, fanno presto a mettersi d’accordo, mentre i non ladri spesso litigano. E quindi abbiamo un fronte compatto (la metà che vive sulle spalle dell’altra) contro un fonte frammentato (la metà che viene parassitata). Si ironizza su partiti che dichiarano come proprio valore l’onestà. Se si chiede che chi infrange la legge sia perseguito, si è giustizialisti manettari. I giornali sostenuti con i fondi pubblici (le tasse della metà che le paga) sono posseduti dalla metà che non le paga, e riescono a convincere porzioni di fessi a votare contro i loro stessi interessi, scommettendo sulla disinformazione e la distorsione della realtà. Chi li possiede, di solito, trasferisce la sede legale in Olanda… per non pagare le tasse.

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