Pensiero nuovo e passioni per salvare il pianeta

di Antonio Errico

A volte l’uomo della strada si domanda se lui, proprio lui, può fare qualcosa per salvare il pianeta. Se lo chiede quando alle sei di mattina esce di casa e sente già, a quell’ora, le unghiate del caldo che gli graffiano la pelle. Se lo chiede certe sere quando l’aria è immobile, cagliata, e l’afa è un nodo scorsoio che stringe la gola, oppure quando gli arrivano notizie che i ghiacciai si stanno squagliando, e i mari si stanno surriscaldando, e la siccità trasforma le campagne in un deserto, e i fiumi si seccano, e si svuotano gli invasi, quando all’improvviso si scatenano temporali, e si avvitano trombe d’aria, esplodono uragani.

Allora l’uomo della strada si domanda se lui, proprio lui, può fare qualcosa e si risponde di no. Che non è lui, né milioni di uomini della strada come lui, che possono fare qualcosa. Anche se risparmiano l’acqua, sono attenti a differenziare, anche se spengono i condizionatori, non basta. Sicuramente possono fare qualcosa coloro che hanno la possibilità di assumere decisioni che riguardano le sorti di tutti e di ciascuno, possono fare qualcosa coloro che hanno gli strumenti della scienza, ma nemmeno questo basta. L’uomo della strada pensa che per salvare il pianeta ci vuole un nuovo pensiero e che lui e milioni di uomini della strada come lui sono troppo vecchi e troppo affezionati al  pensiero che hanno per poterne maturare uno nuovo. Solo i bambini possono salvare questo pianeta. Così pensa l’uomo della strada. Soltanto loro hanno l’intelligenza, l’energia, la sensibilità, la fantasia, la concretezza, la creatività che servono, sono necessarie, sono indispensabili per salvare il pianeta. Loro hanno una visione del mondo pulita, chiara, nitida. Hanno un pensiero nuovo. Sono creature nuove. Sono i nuovi venuti. Sono quelli che possono creare modelli di comportamento. Hanno uno sguardo che riesce a scrutare l’orizzonte anche quando è scuro. Non hanno stratificazioni di errori che si sono trasformati in cattive abitudini, in vizi, malvezzi. Sanno distinguere quello che è giusto da quello che è sbagliato, l’utile dal dannoso, lo sperpero dal necessario.

Questa voce è stata pubblicata in Prosa e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *