di Antonio Devicienti
(Parlano i due elefanti).
«Questo tappeto di mosaico è stato inventato per i bambini, affinché ci corrano sopra, giochino a campana con le caselle dei mesi, si lascino meravigliare da Re Artù.
Meravigliatevi, voi che guardate e non rimanete mai fermi: camminate di ramo in ramo, inginocchiatevi a toccare le figure che più vi ammaliano, tracciate con la riga e con il compasso dello sguardo linee e archi che uniscano le figure e le scene.
Immaginate, voi che siete venuti a giocare tra le fronde dell’albero della vita e se sarete stati capaci d’immaginare intuirete che il tappeto di mosaico non è muto, ma brulica di voci e di suoni, di musiche e di stridii, di soffi e di rintocchi: ascoltate con gli occhi.
Stupitevi, portate con voi i vostri quaderni, annotate il numero dei passi o dei palmi delle mani che occorrono per andare da noi fino al Re di Ninive dietro l’altar maggiore: mai coincideranno i numeri perché l’andare dell’immaginazione non ha misura.
Disegnate e colorate quello che vedete, inventate filastrocche e storie.
Perdetevi in questa foresta che noi vi apriamo, ma che soltanto voi potete attraversare e nella quale soltanto perdendovi vi ritroverete».