di Rosario Coluccia
Emily in Paris è una serie televisiva creata da Darren Star (citato nell’Enciclopedia Treccani online, sceneggiatore di prodotti di grande successo come «Melrose Place» e «Sex and the City»), distribuita sulla piattaforma Netflix dal 2 ottobre 2020.
La prima stagione, in dieci puntate, ha avuto grande successo anche da noi. Ne è protagonista Emily Cooper, venticinquenne ragazza statunitense che da Chicago si trasferisce a Parigi per lavoro. Ha ricevuto dal suo capo il compito delicato di introdurre la visione americana della vita e del lavoro in una importante società di marketing francese («Savoir» ‘sapere’, nome emblematico), appena acquisita dagli americani.
Emily si confronta con la vita di Parigi e si destreggia tra la sua carriera, nuove amicizie e vicende amorose: l’incontro/scontro tra culture diverse, coesistenti nel crogiolo parigino, dentro e fuori l’ambiente di lavoro, è presentato in forma sorridente e indubbiamente gradevole. Il contatto tra diversi modi di essere e di sentire offre spesso il fianco ad equivoci, in cui la lingua gioca un ruolo importante. Indirizzandomi a lettori italiani, mi rifaccio alla versione in italiano (in lingua originale alcuni esempi sono diversi, ovviamente).