di Antonio Lucio Giannone
- L’inattuale attualità di Comi
Girolamo Comi occupa una posizione a sé stante nel panorama della letteratura italiana del Novecento. Estraneo a tutte le correnti e le tendenze poetiche del secolo scorso, ha condotto per tutta la vita una coerente, solitaria, ardua ricerca di tipo spirituale, rifiutando il mestiere del letterato, incurante della notorietà e del successo. Ha pubblicato le sue opere in autoedizioni, quasi sempre in numero assai ridotto di esemplari, che hanno avuto perciò scarsissima diffusione non solo tra i lettori ma anche tra gli addetti ai lavori. Peraltro, dopo la pubblicazione dell’Opera poetica, curata da Donato Valli nel 1977, da tempo esaurita, non esistono edizioni recenti del suoi libri che risultano irreperibili nelle librerie e presenti soltanto in poche biblioteche pubbliche[1]. Per di più, ancora, nell’ultimo periodo della sua esistenza, Comi si trasferì, in una sorta di esilio volontario, nella sua terra d’origine, vivendo e operando a Lucugnano, un paesino lontanissimo dai centri principali della nazione, e rendendosi perciò quasi invisibile alla società letteraria nazionale. Anche per questi motivi egli è, ancora oggi, poco conosciuto dalla critica che non gli ha mai riservato un’eccessiva attenzione e lo ha escluso dal canone poetico novecentesco. Non a caso il suo nome non compare (o compare solo raramente) nelle storie letterarie, nei manuali scolastici, nelle antologie. E per questo, purtroppo, è poco noto anche nella sua terra alla quale pure è stato così profondamente legato. Eppure egli è, senza dubbio, uno dei poeti italiani contemporanei più originali e, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, merita di essere riscoperto e riletto attentamente. Certo – sia ben chiaro ‒ Comi non è un poeta affatto facile, anzi è uno degli autori più impervi del Novecento anche a causa dei suoi imprescindibili riferimenti letterari, filosofici, religiosi e finanche esoterici, che costringono i lettori a uno sforzo ulteriore per la comprensione dei suoi testi, ma forse sta proprio qui il suo fascino, la sua inattuale attualità.